Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  maggio 27 Martedì calendario

Conti e bagarre nel governo. Il Cnr rischia il commissario

C’è aria di possibile commissariamento per il Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr) dove oggi scade l’ultima proroga della presidente Maria Chiara Carrozza, fisica, già rettrice della Scuola Sant’Anna di Pisa, ex deputata Pd e ministra dell’Istruzione del governo Letta. Al Cnr era arrivata con il governo Draghi, nell’aprile 2021, prima donna alla guida del principale ente di ricerca del Paese, 88 istituti, 8.600 dipendenti, oltre 1,3 miliardi di budget. Al ministero dell’Università, guidato da Anna Maria Bernini di Forza Italia, non confermano la decisione di commissariare il Cnr, che comunque deve passare per il Consiglio dei ministri. Resta così in campo anche una seconda opzione, quella di nominare solo i tre consiglieri indicati da Conferenza Stato/Regioni, Unioncamere/Confindustria e rettori (Crui): con il quarto, il rappresentante dei dipendenti dell’ente Nicola Fantini che è l’unico rimasto in carica, potrebbero ancora funzionare per un po’ senza presidente, prorogando il direttore generale Giuseppe Colpani. Una forzatura, ma ritenuta fattibile.
Due cose però sono certe. L’ente da oggi è senza rappresentanza perché un altro presidente per ora non ci sarà, la procedura per la nomina prevede un avviso pubblico e non è stata avviata, né si può fare in tre giorni. Ci sono due ordini di problemi: al Mur e al governo non piace la gestione del Cnr, anche sulla scorta di criticità più formali che sostanziali rilevate dalla Ragioneria generale dello Stato; non si accordano sul successore di Carrozza perché Palazzo Chigi vuole un presidente legato politicamente al governo mentre a Bernini va bene uno scienziato “d’area”. Circolano vari nomi dal rettore di Tor Vergata, Nathan Levialdi Ghiron a Maria Cristina Messa, ministra con Mario Draghi. Per l’eventuale incarico commissariale ci sarebbe Andrea Lenzi, prof emerito di Endocrinologia alla Sapienza ed ex presidente del Consiglio universitario nazionale (Cun).
Per il Mur il Cnr è ancora eccessivamente dipendente dai finanziamenti statali, il personale costa troppo e la Ragioneria, come rivelato da Repubblica, pur dando il via libera al budget previsionale 2025 approvato nel dicembre scorso, ha fatto rilievi su un disavanzo di 21 milioni di euro. Dal Cnr, conti alla mano, replicano che a fronte dei 670 milioni circa del Fondo ordinario, nel 2024 sono entrati 80 milioni di grant per i programmi con l’Ue e il resto del mondo, 93 da imprese e 10,7 da istituzioni sociali private, per un totale di 184 milioni di euro extra Mur, il 27 per cento del finanziamento ordinario. Quanto ai 21 milioni di disavanzo nel budget 2025, li ritengono coperti da 80,9 milioni di avanzo del successivo consuntivo 2024, che ha avuto l’ok dei revisori. Ci sarebbero anzi quasi 60 milioni da redistribuire agli istituti. L’ente è in subbuglio, c’è chi vede nel commissariamento un controllo politico inaccettabile e perfino chi azzarda paragoni con l’offensiva di Donald Trump contro le università negli Stati Uniti. Intanto prosegue la mobilitazione dei ricercatori precari.