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 2025  maggio 27 Martedì calendario

Gli ebrei milanesi incalzano il sindaco Sala. "Un drappo anche per le vittime di Hamas"

Un segno. Un gesto di solidarietà e vicinanza. La Comunità ebraica ieri è tornata a incalzare il sindaco Beppe Sala (foto), chiedendogli di esporre un drappo arancione sulla facciata del Comune per la liberazione degli ostaggi israeliani. I «sudari» di Milano sono ancora un caso e fanno segnare il punto più basso nei rapporti – già critici dopo il 7 ottobre – tra il primo cittadino e gli ebrei milanesi. La richiesta di ieri è simile a quella avanzata a febbraio, e dal primo cittadino fu rigettata senza troppi riguardi: illuminare Palazzo Marino in memoria di Ariel e Kfir Bibas, i bambini israeliani dai capelli rossi barbaramente rapiti e uccisi da Hamas. Il no di Sala divenne un caso, anche perché poi si tenne un sit-in per i piccoli Bibas, un sentito evento commemorativo in piazza Scala cui partecipò anche la senatrice Liliana Segre.
Di quella richiesta inascoltata du ricordare le vittime della ferocia di Hamas si torna a parlare in questi giorni, perché lo stesso Sala è corso ad aderire all’iniziativa dei «50mila sudari» per Gaza, attirandosi le critiche di chi, come Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica, lo ha accusato di non essere «il sindaco di tutti». Sala ha poi cercato di rispondere, rivendicando le sue opinioni. «Io rispetto la Comunità ebraica, il popolo ebraico, la sua storia e le sue sofferenze – ha detto, stabilendo un’equivalenza tra il premier israeliano e un’organizzazione terroristica – rispetto il popolo palestinese, non rispetto quello che sta facendo Hamas ma neanche Netanyahu».
La risposta del sindaco, se possibile, ha peggiorato le cose, tanto che ieri è stata direttamente la Comunità a intervenire: «Che iniziativa è stata presa per ricordare i fratellini Bibas? – la nota – Proponiamo quindi di stendere un drappo arancione sulla facciata di Palazzo Marino con la scritta: Che Hamas liberi subito tutti gli ostaggi». E lo stesso Romano ha ribattuto: «Il sindaco ha sbagliato proprio bersaglio nella sua risposta. Io l’ho criticato non perché esprime un’opinione contro Netanyahu, più che legittima e di cui non mi importa nulla. Ma perché ha aderito a un appello pieno di dati falsi e parole malate». «Il sindaco – ha aggiunto Romano – conosce benissimo la situazione preoccupante della sicurezza della Comunità ebraica della sua città. E invece di difendere la verità dei fatti, preferisce aderire ad appelli che usano termini come genocidio che Liliana Segre ha già respinto, che spacciano le 50mile vittime come tutte civili, quando anche i sassi sanno che decine di migliaia di esse erano terroristi di Hamas. Un appello dove non c’è una parola di pietà per le vittime di Hamas, siano esse ebree o palestinesi contrari al regime».
Intanto il Consiglio ha approvato un ordine del giorno della sinistra che chiede di illuminare il Palazzo con la scritta «All Eyes on Gaza» per i civili palestinesi e anche per gli ostaggi israeliani. I due consiglieri centristi della maggioranza non lo hanno votato, ritenendolo morbido su Hamas e poco equilibrato.