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 2025  maggio 27 Martedì calendario

Si spacca il fronte Usa sui fondi pubblici alle scuole cattoliche

Una sentenza della Corte Suprema americana ha infranto il sogno dei cattolici dell’Oklahoma di aprire una scuola “charter” per la vasta popolazione rurale dello Stato. Sarebbe stato il primo istituto di ispirazione religiosa finanziato dai contribuenti statunitensi. Da più di due anni l’arcidiocesi di Oklahoma City e la diocesi di Tulsa si adoperano per far nascere la St. Isidore of Seville Catholic Virtual School, con un programma online in grado di raggiungere gli studenti delle comunità isolate del centro degli Stati Uniti che hanno poche opzioni scolastiche. Il progetto ha però sollevato obiezioni e ricorsi ed è approdato al massimo tribunale statunitense che l’ha bocciato. Il consiglio dell’istituto, però, non si arrende: «Stiamo valutando – ha sottolineato con una nota – altre opzioni». I giudici supremi si sono espressi sul caso con 4 voti favorevoli, 4 contrari, e l’astensione di cattolica Amy Coney Barrett, amica di una delle sostenitrici dell’istituto. Una parità che, formalmente, conferma la sentenza di grado inferiore che definiva l’iniziativa contraria ai limiti imposti dalla Costituzione Usa sulla separazione tra Stato e Chiesa nell’istruzione americana.
Il “no” tecnico della Corte non esclude tuttavia che i togati possano tornare sull’argomento in futuro. Il progetto resta dunque per ora bloccato, ma gli organizzatori non si danno per vinti e prevedono di riformulare e presentare una nuova proposta nei prossimi mesi. Il direttore esecutivo della Conferenza episcopale dell’Oklahoma, Brett Farley, resta infatti fiducioso che l’iniziativa possa vedere la luce. Oltre al desiderio di creare un istituto d’istruzione d’ispirazione cattolica, gli organizzatori la considerano anche una battaglia per ampliare le agevolazioni pubbliche a disposizione delle istituzioni religiose americane.
L’arcidiocesi e la diocesi erano state incoraggiate a portare avanti l’iniziativa dal via libera incassato dalla commissione statale dell’Oklahoma per le scuole “charter”: la loro sarebbe diventata la prima di stampo religioso finanziata pubblicamente ma gestita privatamente.
L’istituto è da tempo pronto ad aprire i battenti (virtuali) e ad accogliere fino a 1.500 studenti. La direzione non ha mai nascosto il fatto che «la religione sarà intessuta in ogni materia, dalla matematica e scienze alla storia e alla letteratura – spiega sempre Farley –. Il nostro obiettivo è continuare a fare quello che già facciamo nelle scuole cattoliche».
Negli ultimi anni, i giudici della Corte Suprema hanno esteso la portata del diritto di praticare la propria fede con una serie di sentenze, compresi due casi che coinvolgono scuole nel Maine e nel Montana. Nella sentenza del Maine, la Corte ha dato ragione a due famiglie cristiane che sostenevano di avere diritto al programma statale di assistenza scolastica che aveva escluso le scuole religiose.
I magistrati hanno infatti deciso che il Maine è tenuto a sovvenzionare gli studenti che frequentano scuole religiose se lo fa per le scuole private laiche. Nel 2020, inoltre, la Corte ha approvato i crediti d’imposta scolastici del Montana per gli studenti per gli studenti di istituti religiosi. E nel 2017 in un caso del Missouri il tribunale costituzionale Usa ha stabilito che alle entità religiose non può essere categoricamente negato il denaro pubblico. Nello stesso giorno in cui il tribunale supremo respingeva l’iniziativa cattolica in Oklahoma, la Camera approvava una legge che, se confermata al Senato, potrebbe creare un programma federale di voucher scolastici per gli istituti privati in cui le scuole cattoliche ripongono la speranza di superare il “no” dei giudici. Il nodo istruzione è destinato insomma a rimanere al centro del dibattito che il presidente Donald Trump, impegnato a ripulire le università americane dal politically correct, continua a vivacizzare. L’ultima minaccia, ieri, contro Harvard: «Potrei tagliarvi altri tre miliardi».