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 2025  maggio 26 Lunedì calendario

Milano, il ricatto degli ultrà della Curva Nord per avere i biglietti della finale di Champions League. Ma l’Inter non cede

Bei tempi quando i rapporti con l’Inter erano tali da poter Andrea Beretta e Marco Ferdico (allora capi della Curva Nord) chiamare il vicepresidente Javier Zanetti per chiedergli «di intercedere con la società per ottenere 200 biglietti in più per la finale di Champions League a Istanbul». Adesso, nella caccia agli agognati biglietti per la finale di Monaco sabato contro il Paris Saint Germain, gli ultrà si ritrovano nella stessa posizione di tutti i tifosi nerazzurri normali, ed è una posizione in cui stanno scomodi. Perciò un avvocato che storicamente segue gli ultrà interisti e che è stato anche il difensore di Andrea Beretta prima che l’ex capo della curva Nord scegliesse di diventare collaboratore di giustizia proprio contro i suoi ex compagni, Mirko Perlino, ha scritto al presidente dell’Inter Beppe Marotta, al questore Bruno Megale, al procuratore Marcello Viola e al presidente del Tribunale, Fabio Roia, spiegando di «avere ricevuto mandato professionale dai membri del direttivo della Curva Nord per richiedere un incontro urgente finalizzato a pianificare la trasferta per la finale di Champions League a Monaco di Baviera», e a «valutare congiuntamente una soluzione che possa contemperare le esigenze di ciascun soggetto interessato».
Come se fossero l’ambasciata di uno Stato, gli ultrà annunciano infatti che «in rappresentanza della tifoseria» prenderebbero «parte all’incontro due o tre membri dell’attuale Direttivo della Curva Nord», per esporre che «in occasione delle finali delle principali competizioni calcistiche viene solitamente riservato un numero di biglietti ai tifosi delle curve, quale riconoscimento al supporto costante e incondizionato offerto durante tutta la stagione, sia in casa, in trasferta, attraverso coreografie, cori e una presenza sempre calorosa, elementi che rappresentano un importante valore aggiunto per il raggiungimento degli obiettivi della squadra». Ma stavolta questo non sta accadendo, conseguenza non solo delle inchieste giudiziarie che hanno decimato il vertice della curva, ma anche del cambio di atteggiamento della società a ruota della filosofia della Procura, che proprio l’altro giorno nella requisitoria del pm Paolo Storari ha censurato che nel passato sia le società sia gli apparati statali avessero accettato di legittimare come entità parastatale la Curva e come interlocutori i suoi capi. Sicché ora gli ultrà lamentano che «la procedura adottata» dall’Inter «per la distribuzione dei biglietti», ossia la precedenza agli abbonati decennali, «appare non solo non premiante per i tifosi più assidui e fedeli, ma addirittura penalizzante, rendendo difficile, se non impossibile, la loro partecipazione all’evento.

Ad oggi solo un numero esiguo di appartenenti alla curva ha ricevuto il codice per accedere all’acquisto del biglietto. In questa situazione – paventa la lettera della curva Nord – da una parte la squadra non potrà ricevere il necessario sostegno dai propri tifosi per affrontare l’impegnativa finale di Champions League, e dall’altra – riferimento meno chiaro – migliaia di tifosi rischiano di assistere alla partita all’esterno dell’impianto sportivo, qualora non dovessero reperire i biglietti».
Nel richiedere quindi l’incontro gli ultrà interisti concedono di dirsi «disponibili a fornire i nominativi», pagare «in anticipo», e accettare «assenza di qualunque sconto e divieto di effettuare il cambio nominativo (e dunque la rivendita dei biglietti). Ma l’aria che tira è che nessuno dei destinatari della lettera accetterà l’incontro, diniego contro il quale gli ultrà protesteranno oggi pomeriggio con un presidio alle ore 18 sotto la sede dell’Inter in via della Liberazione.