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 2025  maggio 26 Lunedì calendario

Elezioni, a Genova il seggio «unisex». Non più file distinte per uomini e donne. Via la norma del 1945

Una piccola rivoluzione è andata in scena – in occasione del voto amministrativo di questo weekend – al seggio numero 27  di Genova. Per la prima volta dal 1946 gli elettori non hanno dovuto incolonnarsi su due file, divisi per uomini e donne,  ma su un’unica linea «unisex». Il provvedimento ha anticipato l’applicazione di una nuova legge approvata in via definitiva pochi giorni fa e  che nella migliore delle ipotesi si pensava potesse scattare con i referendum dell’8 e 9 giugno.
La piccola rivoluzione è stata annunciata da un cartello esposto all’ingresso della sezione situata in via Prà: «Questo è un seggio accessibile, inclusivo e rispettoso delle identità trans e non binarie. La fila di attesa è unica e non distinta per genere». In realtà gli scrutatori hanno lavorato ancora su elenchi elettorali distanti per uomo e donna perché, recita ancora il cartello «la normativa è arrivata tardi per questa elezione, in questo seggio ci portiamo avanti facendo la fila unica non divisa per genere».

Ma di cosa stiamo parlando? Il 15 maggio scorso la Camera ha convertito definitivamente in legge un decreto del marzo precedente che sopprime le liste degli elettori divise per genere e di conseguenza le due file distinte per deporre la scheda nell’urna. Altra novità: per le donne coniugate o vedove non dovrà essere più indicato anche il cognome del marito. I tempi stretti non hanno consentito di ricompilare i nuovi elenchi degli aventi diritto al voto e dunque la previsione era che la novità non sarebbe scattata per le consultazioni già in calendario nel 2025.
I seggi «unisex» hanno avuto il via libera unanime di maggioranza e opposizione, cancellando una anacronistica disposizione che risaliva addirittura al febbraio del 1945, governo di Ivanoe Bonomi. Era il decreto che, per la prima volta nella storia d’Italia, consegnava il diritto di voto anche alle donne. Per i comuni si rendeva dunque necessario aggiungere al registro degli elettori maschi anche i nomi di tutte le donne ammesse ai seggi. Per brevità di termini fu così deciso di compilare dei registri a parte per la parte femminile dell’elettorato. La prassi, da allora, non era mai più stata modificata.