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 2025  maggio 26 Lunedì calendario

Il nuovo canto di Achille

Per Achille Lauro il concerto di Radio Italia Live non è nuovo, eppure ritrovarsi su quel palco è «ogni volta come fosse la prima», confessa l’artista romano.
Come vive questo evento?
«È una grande possibilità perché la piazza è sempre meravigliosa e l’imponenza del Duomo la sento tutta. Milano è una seconda casa».
In estate sarà a Roma per due sold out al Circo Massimo. Cosa sta preparando?
«Ho in mente uno spettacolo in cui dare tantissima attenzione alla musica. Sento un grande feeling con le persone ed è davvero un momento magico. Credo che le canzoni finalmente vengono comprese. Vorrei uno show di alto livello che punti a semplicità ed eleganza».
Dice «finalmente» perché prima non si sentiva pienamente compreso?
«Perché in questo momento mi sento stra in linea con le persone. Sono sempre stato un po’ lunatico, ho fatto tante cose diverse per la mia ricerca artistica. Ora sono su un binario preciso, so dove voglio andare e vedo che la gente lo accoglie molto bene».
Nel nuovo disco «Comuni mortali» viene fuori la sua anima più cantautorale.
«Credo ci sia sempre stata, magari travestita. Oggi l’essenziale forse premia ed è emersa una mia parte più umana. Forse i miei tentativi di costruzione erano stati scambiati per egocentrismo, invece c’era solo la volontà di fare cose belle e fatte bene».
Anche coinvolgere i fan nei suoi video riflette questa simbiosi con il pubblico?
«Sì, anche perché questo non è un disco egoriferito, ma parla del genere umano. Essere comuni mortali è ciò che ci accomuna».
Il brano che porta il nome di sua mamma, «Cristina», è molto personale.
«Nonostante la mia storia sia solo mia, ci sono dentro sensazioni in cui tutti si ritrovano. La vita è anche una poesia, a volte tragica. L’amore fra madre e figlio collega tutti».
Sua mamma si è commossa?
«Penso di sì, l’ha scoperto quando è uscito. Io sono fatto così, non vado a dire “ho scritto una cosa per te”, non l’ho fatto neanche con i miei grandi amori. A mia mamma non ho neanche mai detto che volevo fare il cantante, l’ha scoperto leggendo un giornale».
L’amore è centrale nel disco: lei ne ha sofferto molto?
«E chi non ne ha sofferto? È anche giusto, essenziale per la crescita. Io sono stato sicuramente uno che ha passato tante cose, oggi mi sento più solitario e forse distaccato dal concetto di relazione ordinaria, ma l’amore va molto oltre, è incondizionato. Le relazioni vanno costruite con fatica e lavoro, l’amore non è fatica».
Le fa piacere essere considerato un sex symbol?
«Penso di comportarmi in maniera normalissima, prevalentemente gentile. Forse questa gentilezza fa pensare a un’altra epoca, forse è questo che piace. Di certo non mi sento violato, ne sono contento e spero vada oltre il livello estetico, così non svanirà».
Come si rivede nell’imitazione del «GialappaShow»?
«Mi fa molto ridere, finalmente non mi imitano con la tutina, ma con un abito elegante. Amo il glam rock e non ne escludo il ritorno, ma con la tutina venivo imitato un po’ da fricchettone, mentre non sono assolutamente così. Ora c’è una mia imitazione vera».
Un ricordo di Sanremo?
«Mi è rimasta la serenità con cui l’abbiamo affrontato, come squadra. E poi facevamo feste fino alle sei del mattino. L’ho vissuto come fossi a Saint Tropez negli anni 70».
Tornerà a «X Factor»?
«Non è ancora confermato, ma mi piacerebbe. Mi piace costruire, immaginare, confrontarmi con i ragazzi. È quel che faccio tutti i giorni, ho mille idee e non dormo mai».
A luglio compirà 35 anni.
«Non vedo l’ora. All’età dipende come ci arrivi e io sono sinceramente contento di come si è evoluta la mia vita. A 20 anni nessuno ci avrebbe scommesso un euro».