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 2025  maggio 26 Lunedì calendario

Harvard, sfida della Casa Bianca: “Dateci i nomi degli stranieri”

La battaglia globale alla cultura avviata da Donald Trump si arricchisce di un altro episodio. Sul suo social, Truth, il presidente americano ha lanciato un nuovo attacco all’università di Harvard: ha accusato i Paesi di origine di alcuni studenti internazionali di «non essere affatto amichevoli nei confronti degli Stati Uniti» e di «non pagare niente» per la loro istruzione. Trump ha inoltre detto che la sua amministrazione vuole sapere chi sono gli stranieri iscritti. «Perché – ha chiesto – Harvard non dice che quasi il 31 per cento dei suoi studenti proviene da Paesi stranieri, e che quei Paesi – alcuni dei quali per nulla amichevoli verso gli Stati Uniti – non pagano nulla per l’istruzione dei loro studenti, né hanno intenzione di farlo?». «Vogliamo sapere – ha continuato chi sono questi studenti, una richiesta ragionevole dal momento che diamo a Harvard miliardi di dollari, ma Harvard non ci sta venendo esattamente incontro». «Vogliamo quei nomi – ha concluso – e i relativi Paesi».
Il post, punteggiato da parole scritte a caratteri maiuscoli, arriva dopo il tentativo – respinto da un giudice fino a mercoledì – dell’amministrazione Trump di bloccare l’iscrizione degli studenti stranieri all’università più antica d’America. E dopo aver congelato fondi per più di due miliardi di dollari. Il governo ha accusato l’università di aver favorito la diffusione dell’antisemitismo durante le proteste studentesche in difesa di Gaza, ma la tensione con Harvard risale già al 2020, in piena pandemia da Covid, quando il presidente aveva minacciato la cancellazione del visto a tutti coloro che avrebbero seguito interamente i corsi online, rispettando il protocollo anti-contagio.

Cinque anni dopo, Trump ha ripreso la sua battaglia, sostenuto dalla base Maga. La scorsa settimana la segretaria alla Sicurezza interna Kristi Noem ha accusato l’università di «alimentare la violenza, l’antisemitismo e di collaborare con il Partito comunista cinese». Le parole di Noem, unite a quel riferimento di Trump ai «Paesi per nulla amichevoli», sembrano alimentate anche dalla frustrazione della Casa Bianca per lo stallo dei negoziati sui dazi, in particolare con Cina e Unione europea. Quasi il trenta per cento dei settemila studenti stranieri iscritti ad Harvard sono cinesi. Li userà come strumento di pressione? L’accanimento di Trump ha, intanto, scatenato i complottisti del web che vedono in questa crociata una vendetta personale: è virale la storia secondo cui Harvard, Columbia e Stanford avrebbero respinto la domanda di iscrizione presentata dal figlio più giovane, Barron Trump, poi andato alla New York University. Su X gli utenti hanno chiesto ad Harvard di mostrare la lettera di rifiuto in modo da smascherare il tycoon. L’università non ha mai commentato.