Corriere della Sera, 25 maggio 2025
«È nuda». E la Venere viene spostata al museo
La Venere dei Medici faceva bella mostra di sé nel foyer dell’Ufficio federale per i servizi centrali e le questioni patrimoniali, a Berlino-Weissensee, finché una mattina sei mesi fa era sparita. E dopo tanto indagare, con lettere anche ai giornali, è arrivata la risposta: «C’è stata una segnalazione della responsabile per le pari opportunità dell’Ufficio federale, che ha suggerito che la statua Venere dei Medici potrebbe essere percepita come sessista e che potrebbe esserci la necessità di agire in base alla legge federale sulle pari opportunità». E così è successo. La copia bronzea del primo Settecento, tra le migliori riproduzioni dell’originale marmoreo custodito agli Uffizi – per dirla con le parole di John Ruskin «una delle più pure ed elevate incarnazioni della donna mai concepite» – è stata depositata nel museo Grassi di Lipsia. Strana storia, per questa statua. Appartenuta al gerarca nazista Hermann Göring, che prima della rotta la fece inabissare nel lago Großdöllner, dal quale fu recuperata nel 1990 e restaurata. Ora, se Cosimo III nonostante la fama da «bigotto» collocò la Venere negli Uffizi dove resiste da 3 secoli, per i canoni neopuritani di qualche funzionario/a ha da essere oscurata. Non ha tutti i torti chi ritiene la Germania non tanto lontana da certi eccessi inglesi, in quanto a cancel culture. Poi arriva il direttore del Museo Grassi, Olaf Thormann, contento del regalo, a ristabilire un po’ di buon senso. «Il nudo femminile, come quello maschile, esiste da sempre. Derivare da qui il sessismo sfida non solo tutta la storia dell’arte, ma l’idea di qualcosa di profondamente umano».