Corriere della Sera, 25 maggio 2025
George Floyd, 5 anni fa la morte. Polizia Usa più violenta: malgrado le proteste aumenta il numero delle vittime
Sono cresciute, non diminuite: da quando l’agente Derek Chauvin cinque anni fa oggi (il 25 maggio 2020) soffocò brutalmente George Floyd su un marciapiede di Minneapolis, il numero di uccisioni compiute dalla polizia Usa è salito di anno in anno anziché decrescere. Malgrado le proteste più partecipate dagli anni Sessanta, con milioni di manifestanti nelle strade, la morte di Floyd non ha portato a un’inversione di tendenza. E la percentuale di vittime afro-americane continua a essere sproporzionata: 6,7 morti ogni 100 mila abitanti (6,8 i native americani, 2,9 i latini, 2,5 i bianchi e uno asiatico).
I dati pubblicati dal New York Times mostrano che è aumentato il numero delle vittime armate, mentre si è abbassata la quota di coloro che sono stati uccisi mentre erano disarmati. Una magra consolazione? Nel 2024 la polizia Usa ha ucciso almeno 1.226 individui, con un aumento del 18% rispetto al 2019. L’anno scorso un uomo disarmato, Frank Tyson, a Canton nell’Ohio, è stato ucciso con la stessa modalità, pronunciando la stessa frase disperata: «I can’t breathe», «Non respiro».
Dal 2024, 51 persone sono morte non per colpi esplosi da armi di ordinanza, ma in seguito a «contenzione fisica». Il numero di poliziotti chiamati a rispondere rimane molto limitato. Nel 2024, 16 agenti sono stati incriminati per omicidio, lo stesso numero del 2020. Philip Stinson, professore di giustizia penale alla Bowling Green State University in Ohio, dice che le promesse di riforma sono rimaste sulla carta: «In cinque anni la polizia americana non è cambiata».