la Repubblica, 25 maggio 2025
Harvard, la sfida della Cina “Venite a studiare da noi”
Per gli studenti internazionali interessati dalla politica di ammissione degli Stati Uniti il nostro Dipartimento ha invitato tutte le università di Hong Kong a offrire misure di agevolazione». Così la segretaria all’Istruzione dell’ex colonia britannica, Christine Choi, che esorta dunque gli atenei della città ad aprire le porte a coloro che saranno costretti a rinunciare ad iscriversi, o a proseguire i loro studi, ad Harvard a causa della nuova crociata di Donald Trump.
C’è chi non ha perso tempo, come l’Università di Scienza e Tecnologia di Hong Kong che aveva già invitato venerdì gli iscritti ad Harvard a proseguire i loro studi presso l’ateneo di Hong Kong, promettendo «procedure di ammissione semplificate e sostegno accademico per facilitare una transizione senza intoppi per gli studenti interessati». Lo stesso hanno fatto anche altre quattro università della città. La Cina ha prontamente condannato venerdì la mossa di Trump – ora temporaneamente sospesa da un giudice – denunciando la «politicizzazione dell’istruzione», una decisione che «danneggia l’immagine e la reputazione internazionale degli Stati Uniti». Trump ha accusato Harvard, tra le altre cose, di legami col Partito comunista. E però forse Pechino tanto dispiaciuta non è in fondo se l’America dandosi la zappa sui piedi da sola perde un po’ del proprio soft power. A lungo termine la Cina potrebbe trarne vantaggio. Due anni fa Xi Jinping, assieme all’ex presidente Usa Joe Biden, annunciò un piano per attrarre 50 mila studenti americani per programmi di scambio culturale nell’arco di cinque anni. Una decisione nata dopo che, durante il primo mandato di Trump, il Dipartimento di Stato statunitenseaveva deciso di interrompere cinque programmi con la Cina. Aprire le porte a più studenti americani e dal resto del mondo: per qualcuno ora la prospettiva di accettare la proposta cinese potrebbe diventare un po’ più allettante.
In alcuni commenti sui social mandarini c’è chi afferma che così Trump sta accelerando l’ascesa della Cina: le università americane perderanno sia entrate che talenti, alcuni dei quali potrebbero finire proprio qui. Non c’è solo la Cina: pure l’Europa vuole diventare un rifugio per scienziati e ricercatori in fuga dagli Usa. A inizio maggio Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen hanno annunciato un programma da 500 milioni di euro per attrarre i migliori cervelli.
Se l’amministrazione Usa dovesse riuscire alla fine ad impedire ad Harvard di immatricolare studenti internazionali, i più colpiti saranno in realtà proprio i ragazzi cinesi: un quinto degli studenti internazionali dell’ateneo americano. I legami di Harvard con la Cina (partnership di ricerca e centri accademici) sono, infatti, di lunga data.