La Stampa, 25 maggio 2025
"La sinistra va dai mafiosi" L’attacco di Arianna Meloni e il duello con Rosy Bindi
«Il governo Meloni ha difeso il 41bis, mentre qualcuno della sinistra preferiva andare a trovare i mafiosi in carcere». A dirlo non è un deputato qualunque di Fratelli d’Italia, ma la sorella della premier, Arianna Meloni, capo della segreteria politica del partito. E per quanto violento, non è un attacco isolato. Da più di 24 ore, ormai, FdI è impegnato ad alzare sempre di più i toni sulla questione della lotta alla mafia. Perché è proprio su questo tema – che le sorelle Meloni rivendicano come il primo motivo del loro impegno politico – che si è trovato di colpo in difficoltà. Esposto agli attacchi del centrosinistra che infatti, da parte loro, non mollano la presa e rispondono a brutto muso. Il Pd denuncia «l’attitudine a manganellare gli avversari» di Arianna Meloni, mentre «per la sua tendenza a mistificare la realtà – aggiunge – è una goccia d’acqua della sorella».
Il fatto è che Giorgia Meloni si è trovata in mezzo a uno scontro con il Quirinale sul decreto Infrastrutture, giovedì scorso, quando il Colle si è opposto all’inserimento di una norma (voluta da Matteo Salvini) che avrebbe permesso di andare in deroga ai controlli antimafia sul progetto del Ponte sullo Stretto. Le opposizioni, ovviamente, sono partite lancia in resta, accusando il governo di voler fare un regalo alle cosche. E la coincidenza temporale non ha aiutato: il testacoda con la Presidenza della Repubblica viene evitato venerdì sera, all’ultimo minuto, proprio nella giornata in cui si commemora la strage di Capaci in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone. Meloni si accorge di avere il fianco scoperto e decide di reagire. Venerdì stesso Fratelli d’Italia attacca gratuitamente sui social Roberto Saviano, contrapponendolo proprio ai giudici Falcone e Borsellino. Poi viene messa nel mirino l’ex presidente dell’Antimafia Rosy Bindi, che aveva espresso solidarietà allo scrittore e aveva ricordato come «la legge sugli appalti, che il governo ha appena modificato, non obbliga chi vince una gara a presentare il nome dei subappaltanti: quello – sottolineava Bindi a Otto e mezzo – è un regalo enorme alle mafie, perché le mafie entrano con i subappalti». Anche qui, è sempre Arianna Meloni, intervenendo a un evento del partito a Caivano, a replicare senza attingere alla diplomazia: «Alle Rosy Bindi di turno voglio dire: “Meno salotti, venga qui a vedere cosa ha fatto il governo Meloni"».
Il Pd, ancora una volta, affonda il coltello nella ferita e lo fa con altrettanta ruvidezza: «Ad Arianna Meloni, come ai suoi camerati, diciamo che è poco credibile quando insulta gli avversari una come lei, di una destra che indebolisce i presìdi di legalità, che colpisce le intercettazioni, che con i subappalti a gogò rischia di favorire infiltrazioni criminali, che voleva allentare controlli sul ponte sullo Stretto, e molto altro».