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 2025  maggio 25 Domenica calendario

Palestina: Uk e Francia vogliono riconoscerla. Meloni contraria

Dopo le dichiarazioni di condanna nei confronti del premier israeliano Bibi Netanyahu, Francia e Gran Bretagna da inizio maggio stanno discutendo sulla possibilità di riconoscere lo Stato della Palestina in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite che si terrà dal 2 al 5 giugno a New York, presieduta proprio da Parigi con Riad. I lavori preparatori degli ambasciatori sono iniziati venerdì. Ma il governo italiano, a differenza degli altri due membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, non è intenzionato a cambiare posizione: l’esecutivo di Giorgia Meloni non vuole seguire altri Paesi nel riconoscere unilateralmente la Palestina, ma continua a perorare la formula dei due popoli e due Stati, dice una fonte di governo a conoscenza della questione.
La conferenza delle Nazioni Unite – a cui non parteciperanno capi di Stato e di governo e che si terrà alla vigilia del G7 in Canada – è stata convocata proprio per discutere del tema della soluzione a due Stati per israeliani e palestinesi. Nello specifico la conferenza dell’Onu produrrà un documento di indirizzo sulla “risoluzione pacifica della questione palestinese e l’attuazione della soluzione a due Stati”.
Ed è proprio a margine di questo evento che Gran Bretagna e Francia stanno discutendo con il governo saudita sulla possibilità di riconoscere lo Stato della Palestina, seguendo l’esempio recente di Spagna, Norvegia e Irlanda. Il ministro degli Esteri britannico David Lammy lo aveva confermato in Parlamento a fine aprile e lo stesso aveva fatto il presidente francese Emmanuel Macron. In questi giorni però, come ha rivelato il Guardian, Downing Street ha qualche dubbio sull’eventualità che Macron possa decidere di fare questo passo già in occasione della Conferenza di giugno.
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Resta però il fatto che il governo italiano non sia intenzionato a seguire la mossa di Londra e Parigi. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha più volte ribadito di voler arrivare alla soluzione dei due popoli e due Stati senza però riconoscere unilateralmente la Palestina. Posizione che viene confermata al Fatto da una fonte di primo piano dell’esecutivo alla luce della conferenza di New York: il governo italiano potrà riconoscere lo Stato palestinese solo al termine di un processo politico e diplomatico che porti alla riunificazione istituzionale di Gaza e Cisgiordania e al riconoscimento reciproco tra Israele e Palestina, è il ragionamento dell’esecutivo. Solo così, conclude la stessa fonte, potrà avvenire il processo di “rigenerazione” dell’Autorità palestinese. Un’ipotesi, al momento, del tutto irrealistica sia dal punto di vista politico che dal punto di vista diplomatico.
La decisione di Macron e di Keir Starmer di riconoscere la Palestina potrebbe arrivare anche in contrapposizione con l’amministrazione americana di Donald Trump, storicamente contraria. Per quanto il presidente americano negli ultimi giorni si sia dissociato dalle decisioni del premier israeliano Bibi Netnyahu, la Casa Bianca non riconosce lo Stato della Palestina. Durante il primo mandato Trump aveva addirittura spostato l’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme.
La scelta di Meloni di non riconoscere lo Stato della Palestina è anche un modo per seguire in scia l’amministrazione americana: non è un caso che nei giorni scorsi la presidente del Consiglio italiana non abbia mai condannato esplicitamente il premier israeliano Netanyahu per il suo piano militare a Gaza, ma si sia limitata a dire in Parlamento di non condividere le sue ultime strategie sulla Striscia. Anche la mozione della maggioranza di destra approvata martedì in Parlamento non prevede la possibilità che l’Italia riconosca lo Stato della Palestina ma si limita a un generico impegno per arrivare alla soluzione dei due popoli e due Stati.