Libero, 25 maggio 2025
Come apparire colti senza aver letto un libro
Con un video di un minuto e mezzo ti dice non solo come fingere di aver letto un libro, ma con chi fingere, come fingerne di parlarne male e come fingere di parlarne bene. Servizio completo.
Non correremo più alcun rischio di sfigurare alle cene o ai vernissage nel momento in cui la discussione si sposta sullo sfoggio di cultura e conoscenza letteraria: anche se non li abbiamo neppure comprati, possiamo simulare beatamente di averli letti financo con arguzia. Lorenzo Luporini, 30 anni, nipote del grande Giorgio Gaber in quanto figlio di Dalia Gaberscik, è l’influencer culturale del momento, definizione non sua. Scrive saggi, inventa podcast, è autore, presentatore, fa cose, vede gente, e soprattutto crea piccoli gioielli su Instagram in cui, appunto, spiega come fingere di aver letto questo o quel libro.
Pastorale Americana è un classico di Philip Roth che non ci dovrà fare più paura, ad esempio. «La trama è semplicissima: Seymour Levov», ci spiega Luporini, «è il figlio di immigrati e ha una piccola fabbrica di guanti. A scuola è un prodigio sportivo e un idolo. È molto bello, è biondo, è soprannominato lo svedese. Ha il prototipo di vita perfetta, sposa miss New Jersey e ha una figlia. Compra una villa in campagna. La figlia Merry, però, si radicalizza negli anni Sessanta contro la guerra in Vietnam e mette una bomba nell’ufficio postale, che uccide una persona. Insieme alla vittima fa esplodere il sogno americano del padre, che diventa il padre di una assassina». Questa la trama. Commento: «Praticamente la famiglia del Mulino Bianco che incontra le Br. “Bonus” se ricordi che il romanzo è narrato dalla prospettiva di Nathan Zuckerman, un personaggio ricorrente dei libri di Roth, citazione da vero connoisseur dell’opera».
Luporini non lascia nulla al caso. Devi sapere a chi rivolgerti e soprattutto a chi non rivolgerti: «Pastorale Americana è l’ottimo libro da fingere di aver letto con i lettori di Internazionale o chi lavora nel copy o in agenzie creative o per gli abbonati al cinema d’essay. Da evitare se il tuo interlocutore ha citato con nonchalance Updike e Below: vuol dire che ne sa».
Se ami fingere di aver letto Pastorale Americana amerai di fingere di aver letto Purity di Jonathan Franzen: «Puoi anche dire: alla fine Franzen è un Roth più millenial, meno rabbia più nevrosi».
Imperdibile la sintesi di Persone normali di Sally Rooney, titolo che non si può non citare. «Una ragazza ricca con una famiglia disfunzionale, bullizzata a scuola, si innamora di un ragazzo povero ma amato e popolare, i due si prendono e si lasciano per tutta la triennale, in mezzo hanno storie con persone per lo più orrende e proprio quando sembra che tutto vada a posto, lui vince una borsa di studio per New York e lei dice “vai”».
È cruciale sapersi posizionare nel dibattito culturale. «Se vogliamo tessere le sue lodi», spiega “Lupo”, «possiamo dire che sia una grande lettrice del contemporaneo, capace di raccontare la realtà delle relazioni e di permearle con un sacco di coscienza politica. Se invece vogliamo esserne critici, potremmo usare le espressioni “la Jane Austin de noantri”». «Se ami fingere di aver letto Sally Rooney», conclude Luporini, «amerai fingere di aver letto Purity di Jonathan Franzen e soprattutto Intermezzo, il nuovo libro della Rooney che devi sapere che esiste». Almeno quello.
La ricerca del tempo perduto «per gli amici della cultura semplicemente Recherche», è un osso duro: «Il libro è diviso in sette volumi, come i nani. La trama secondo il critico letterario Gerard Genette è riassumibile in tre parole: Marcel diventa scrittore. Malgrado i suoi 9.600.000 caratteri».
«Ironizzare sulla lunghezza dei periodi» è un buon modo di fingere di aver letto Proust. La Recherche, insegna l’autore, «è piena di tradimenti, gelosie, personaggi bisessuali, omosessuali, è veramente piena di colpi di scena, è come se Proust ci avesse messo dentro tutto il gossip che ha sentito in vita sua». Con chi possiamo fingerci lettori di Proust? «Sicuramente con Giorgio Parisi ma anche se becchi Corrado Augias in metropolitana va benissimo».
Nelle undici puntate c’è anche Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway. La fredda sinossi. «Un pescatore di nome Santiago, dopo 84 giorni che non pesca niente, pesca un gigantesco marlin. Dopo giorni di lotta riesce a uccidere il pesce. Devastato, torna in porto ma nel frattempo dei pescecani mangiano il marlin. Questo», approfondisce l’autore, «è un classico protagonista di Hemingway, un personaggio stoico che in caso di avversità è chiamato a dimostrare la propria grazia o come diciamo noi della Pessano con Bornago University, la capacità di avere grace under pressure. Hemingway – secondo Lupo – era tipo quello zio di sinistra a cui è meglio levare la grappa alla festa dell’Unità perché se no importuna le cameriere».
Con chi fingere? Facile: «L’avventuriero nostalgico che ha un gusto per le storie esotiche e infatti ti racconta da dieci anni la sua Erasmus a Valencia nel 2016, nello specifico di quel festino a cui era andato a tanto così dal fare una storia a tre».
Il romanzo, suggerisce, è anche «un ottimo libro da usare anche agli appuntamenti, infatti se vogliamo dimostrare di essere un uomo decostruito possiamo farci beffe di Ernest, invece se intuiamo che davanti a noi abbiamo quella situazione del tipo «io ti posso cambiare, ti posso salvare allora possiamo usarlo per attivare dei meccanismi erotici inconsci». Idea per la nuova rubrica di Luporini: libri per flirtare.