Avvenire, 25 maggio 2025
Il diritto al sollievo? È ancora per pochi In Italia penalizzate due persone su tre
«Il diritto al sollievo è un dovere», è il messaggio per l’odierna Giornata nazionale del sollievo, iniziativa che la Fondazione Gigi Ghirotti onlus promuove da 24 anni, insieme con il ministero della Salute e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e il sostegno dell’ufficio di Pastorale della salute della Conferenza episcopale italiana (Cei), nonché di molti Ordini e associazioni dei professionisti della salute.
“Portare sollievo” è uno dei primi obiettivi delle cure palliative, una specialità medica rivolta a chi non può “guarire” da una malattia, ma ha il diritto a essere comunque assistito come prevede la legge 38/2010, che mira a garantire a tutti le cure palliative e la terapia del dolore di cui hanno necessità. Tuttavia, ricordano gli specialisti della Società italiana di cure palliative (Sicp) e gli enti della Federazione cure palliative (Fcp), il bisogno della popolazione è tuttora coperto in misura ancora limitata, per quanto meglio che in passato: una media del 33% a livello nazionale, con grandi differenze territoriali. «Secondo dati ufficiali del ministero della Salute – ricordano Sicp e Fcp –, in Trentino la copertura ha superato il 70%, in Veneto il 55%, in Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna è sopra il 40%, Lazio e Umbria tra 39 e 36%. Puglia al 33%, Friuli-Venezia Giulia al 31%, Sicilia al 23%». Ma in Sardegna tocca il 4,3%, in Calabria il 6,4%, in Campania e nelle Marche circa l’8,5%. Dati che interrogano Sicp e Fcp sulla possibilità di ottemperare a quanto richiesto dalla legge di Bilancio 2023: una copertura del 90% della popolazione bisognosa di cure palliative entro fine 2028.
La Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) segnala un altra criticità: il bisogno di cure palliative riguarda almeno 550mila persone l’anno nel nostro Paese, di cui 30mila minori. La disponibilità di infermieri si limita a circa 1.500 professionisti, ma ne servirebbero il triplo: «In Italia abbiamo un’esperienza molto rilevante – dichiara la presidente Barbara Mangiacavalli – di un hospice a conduzione infermieristica: potrebbe essere un altro elemento di sviluppo della nostra professione».
Tonino Aceti, presidente di SalutEquità, lamenta il ritardo di dati ufficiali: l’ultima relazione al Parlamento sull’applicazione della legge 38/2010 «risale al 31 gennaio 2019 e si riferisce all’intervallo di tempo 2015-2017. Dovrebbe essere annuale, invece c’è un “vuoto” di rendicontazione di 8 anni».
La Fondazione Gigi Ghirotti rimarca che «curare per guarire è spesso possibile, prendersi cura per il sollievo è sempre possibile» e che gli obiettivi della Giornata del sollievo si sono ampliati nel tempo, «abbracciando quasi tutte le condizioni di malattia e di sofferenza».
Un tema sottoscritto dall’ufficio di Pastorale della salute della Cei (diretto da don Massimo Angelelli), che – nell’anno del Giubileo della speranza – sottolinea come «portare sollievo è portare speranza». E negli anni, aggiunge la Pastorale della salute, «il significato della Giornata ha via via abbracciato tutte le condizioni di malattia ed esistenziali che comportano sofferenza, ferma restando la particolare attenzione alla fase terminale della vita». Il presidente dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), Stefano Ojetti, ricorda che la Giornata «ha connotazione propositiva: non è “contro” il dolore o la sofferenza ma “a favore” del sollievo. Il sollievo è sempre possibile anche attraverso l’umanizzazione delle cure in medicina». L’Amci, aggiunge Ojetti, è impegnata per «promuovere una cultura palliativa, sia per rispondere alla tentazione dell’eutanasia e del suicidio assistito, che possono farsi strada quando la persona malata ha paura del dolore e della solitudine, sia per far maturare largamente quella cultura della cura dell’altro che assicura sostegno e fattiva vicinanza a chiunque soffra». Senza dimenticare il sostegno ai caregiver. Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), oltre a ricordare il gruppo di lavoro interno alla Fnomceo proprio sulle cure palliative (e affidato a Fulvio Borromei, medico palliativista) sottolinea che «accanto ai farmaci, accanto all’impegno di ridurre sempre più il dolore per il rispetto della dignità dell’uomo, la vicinanza degli operatori fa sì che anche vi sia il sollievo dell’anima, di quello spirito che il malato esprime nella maniera più forte».
L’odierna Giornata è l’occasione di molteplici incontri e presentazioni, anche alla cittadinanza, di quanto i diversi ospedali realizzano nel campo del sollievo e delle cure palliative. Tra i tanti, ne segnaliamo due: la mattinata di approfondimento all’Istituto nazionale dei tumori di Milano (con i medici responsabili della Breast Unit dell’Istituto) per presentare l’attività in “Ancora”, ambulatorio per accompagnare le donne con tumore al seno metastatico; e l’appuntamento all’ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma, dove interverranno, tra gli altri Tonino Cantelmi, presidente dell’Amci di Roma, Vincenzo Morgante, presidente della Fondazione Gigi Ghirotti e monsignor Andrea Manto, vicario episcopale per la Pastorale della salute della diocesi di Roma. Tra le realtà che “celebrano” ogni giorno il sollievo e le cure palliative figura l’associazione Vidas, che «da oltre 40 anni, offre assistenza domici-liare, degenza e day hospice a persone con malattie inguaribili di tutte le età – riferisce Giada Lonati, palliativista e direttrice sociosanitaria di Vidas –. Cura ogni giorno 350 pazienti grazie a 7 équipe specializzate in cure palliative. Nel 2024 ha erogato 131.842 giornate di assistenza, risultando prima a Milano e hinterland per assistiti a domicilio e tra le principali strutture per accessi negli hospice: Casa Vidas per adulti e Casa Sollievo Bimbi, il primo hospice pediatrico lombardo aperto nel 2019».