Avvenire, 25 maggio 2025
«Abbattiamo il muro di silenzio che avvolge i minori scomparsi»
Nel 2024 sono scomparsi in Italia 8.143 minori, di cui 5.773 stranieri: solo il 49% è stato ritrovato. Basterebbe questo dato per far perdere il sonno, invece i numeri – enormi e inquietanti – non riescono a scalfire il muro di silenzio che circonda il tema. «Non se ne parla quasi mai, a nessun livello, tantomeno politico. Ecco perché è importante che ci siano momenti dedicati all’argomento – sottolinea Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, riferendosi alla Giornata mondiale dei minori scomparsi che si celebra oggi. «È un’occasione importante per fermarsi a riflettere. Si parte dalle cifre, spaventose, per cercare di individuare soluzioni. Certamente si fa fatica a tenere viva l’attenzione su quella che io definisco una autentica piaga sociale. Anche Papa Francesco aveva preso coscienza del problema. Durante un incontro cui ero presente disse: è una delle grandi emergenze da affrontare. Sono convinto che anche Papa Leone XIV dimostrerà la stessa sensibilità. Ma in generale c’è troppa distrazione, si tratta di una questione ampiamente sottovalutata, quasi rimossa, in parte anche dalle istituzioni. Forse perché a volte non si fa abbastanza per tutelare questi bambini. Pensiamo ad esempio ai centri di accoglienza: ogni anno spariscono tanti, troppi minori che arrivano in Italia non accompagnati. È inaccettabile».
Telefono Azzurro ha attivato dal 2009 il numero di emergenza europeo 116000, che consente di chiedere aiuto e attivare rapidamente i soccorsi. «Il fattore tempo è fondamentale – sottolinea Caffo – eppure spesso ci si muove con ritardo e negligenza. Prendiamo i minori stranieri non accompagnati: quando lasciano la comunità che li ospita la denuncia arriva ore o giorni dopo, con il risultato che si perdono le tracce di chi si è allontanato. Magari si pensa che tanto prima o poi tornano, ma molte volte non è così. E i pericoli sono in agguato. I minori scompaiono e spesso non sappiamo che fine fanno».
Sfruttamento sessuale, lavoro nero, traffico di esseri umani: un buco nero da cui è difficile uscire. E anche quando i minori vengono ritrovati, si portano dietro i segni dei traumi sofferti. E con loro le famiglie. Un dolore immenso su cui la criminalità lucra senza farsi troppi scrupoli di coscienza. «Li considerano merci preziose, da vendere per far soldi – denuncia Caffo – ho visto con i miei occhi cosa è accaduto con l’invasione russa dell’Ucraina. Al confine con la Polonia, nel caos generale, si vedevano pullmini carichi di bambini, accompagnati da individui che non erano certamente i genitori. Probabilmente alcuni provenivano da orfanatrofi e altri istituti dove la loro identità era stata cancellata. Gli stessi russi, con la scusa di proteggerli, hanno portato via tantissimi bambini. Kiev ha parlato di 26 mila minori sottratti, ma temo che la cifra sia molto più alta. E più o meno la stessa cosa accade in Africa, ovunque ci sia un conflitto. I gruppi armati rapiscono i bambini nei villaggi, li obbligano a lavorare, oppure a combattere. Oppure li vendono al miglior offerente. Anche a Gaza i più piccoli vengono portati via senza che nessuno muova un dito. Un’altra situazione favorevole è rappresentata dalle catastrofi naturali: il caos che si genera viene sfruttato dai trafficanti di esseri umani. Ci sono ancora troppi angoli del mondo dove i bambini sono vittime di ogni tipo di violenza e abuso. Nessuno si accorge di loro, nessuno sembra vedere la loro sofferenza».
Domani a Roma ci sarà un convegno di Telefono Azzurro intitolato non a caso “I bambini invisibili”. «Un’opportunità per incontrare molti addetti ai lavori, per individuare possibili strategie – osserva Caffo -. Penso ad esempio all’uso della tecnologia, che può rendere più sicura la vita dei minori. Prima di tutto garantendo loro un’identità che sia sempre possibile verificare. Se non ha documenti, un bambino può finire in qualsiasi mano. Inoltre bisogna inasprire le pene, perché chi si macchia di crimini nei loro confronti va fermato e messo nelle condizioni di non nuocere più. E poi occorre ascoltare i più piccoli, dare loro la voce che troppo spesso non hanno. È necessario rompere il silenzio generale che continua a circondare il fenomeno delle scomparse, anche se questo può significare andare a toccare grandi interessi: esiste un vero e proprio mercato di minori che il mondo deve avere la forza e il coraggio di stroncare».