corriere.it, 24 maggio 2025
Intervista a Tommaso Zorzi
Tommaso Zorzi, è stato davvero lasciato fuori da una festa «vestito da pacchetto regalo» (cit.)?
«Nel sobrio mondo omosessuale milanese, dove le feste a tema sono tanto divertenti quanto trash, mi è successo anche questo».
L’ha presa bene.
«Non farcela al primo tentativo è terapeutico. Resti con i piedi per terra».
È uno di quelli che poi prova col «non sa chi sono io»?
«Mah».
Che poi lo sanno chi è lei?
«Di solito sì».
Per chi non è «solito», riavvolgiamo il nastro. Tommaso Zorzi, 30 anni, milanese «del Bar Basso» (risponde così quando gli si chiede il suo quartiere di nascita, che poi è Città Studi), influencer, volto tv già vincitore del Grande Fratello, alfiere social Lgbtq+, giudice di stile in Cortesie per gli ospiti, nonché anche (e soprattutto?) provocatore a tempo pieno.
Dunque eravamo al «lei non sa chi sono io». Però, prosegue lui, che si fa intervistare nella casa che fa da sfondo ai suoi moltissimi video, quadri, libri, cane e gatto al seguito, «il mio nome lo uso molto poco, magari nei ristoranti all’ultimo, quando siamo tanti e mi dicono: dai chiama tu».
E alla fine paga il conto?
«Io pago sempre. Penso sia forse il mio pregio più grande: sono generoso negli affetti e anche nella vita pratica».
Qualcuno se ne approfitta?
«Sicuramente c’è gente che se n’è approfittata, sono abbastanza sveglio per capirlo».
Le è spiaciuto?
«Non è raro che io sia perfettamente consapevole che una persona se ne sta approfittando, lascio fare».
Perché?
«Perché probabilmente a me in quel momento va bene così. Magari tu hai bisogno di qualcuno che ti offra la cena, io di stare in compagnia. Accettiamolo. Mi bastano quei quei quattro-cinque amici veri di cui mi fido».
Gente dello spettacolo?
«Ho buoni rapporti con tanti nel mondo dello spettacolo, ma per me la parola “amico” ha una sua importanza. Gli amici per me sono altri...».
Zorzi ha da poco scritto un nuovo libro: «Divina!» (Mondadori). L’episodio del travestimento da pacco regalo sta lì. «Ciò che racconto è vero». E non è solo una faccenda di feste e luccicanze. La vita della marchesa Luisa Casati Stampa – la divina che ispira le pagine – dà l’assist per andare anche giù, a sfiorare «un abisso che conosco». La polvere bianca sopra il piano liscio nel bagno di una discoteca.
Droga.
«L’ho usata. È passato, è un errore che non rifarei. Ho voluto scriverne perché ho le spalle larghe e perché non sono ipocrita».
Scena: lei nel bagno di un locale che declina l’offerta di cocaina. «Quella bianca quiete non ha più il potere di sedurmi».
«La verità, la racconto perché è metabolizzata».
Parla di «abisso».
«Ho la spina dorsale di poterlo raccontare perché è una cosa che prendo molto, molto sul serio. Un errore. Non credo di avere nulla di cui vergognarmi: se ho fatto del male l’ho fatto a me stesso. Io ho avuto tutte le fortune nella vita, ciò forse mi ha portato a voler provare altro: “Cos’altro posso provare? Ecco, questo”. È stato stupido, per fare il cretino in discoteca. Noia. Mi è stato permesso di sbandare, finché è arrivato chi me l’ha fatto notare».
E chi è?
«Mia mamma».
Poi ha smesso da solo?
«Sì, non era una dipendenza e lo voglio chiarire».
Adesso mette in guardia gli altri?
«Spessissimo. Milano purtroppo è una città bastarda. Avere questo passato mi permette di essere uno che non giudica. Io sono l’amico al quale puoi dire di aver fatto la stronzata più grande del mondo: prima ti aiuto, poi magari ti cazzio».
Tra le pagine di «Divina!» palleggiano due voci rigorosamente in prima persona: da una parte Zorzi che si cala nei panni di Luisa Casati Stampa, nostra signora della mondanità, dall’altra Zorzi nei panni di Zorzi, mondano pure lui, «anche se io ormai preferisco fare una vita tranquilla».
Perché la marchesa?
«Mi affascinava la sua vita. Ha voluto essere lei stessa un’opera d’arte».
Però nasce ricca e finisce povera.
«Esattamente».
Qual è il vero rapporto di Zorzi con i soldi?
«Adesso sempre più sano».
Ricordiamo che ai suoi esordi è stato protagonista di «Riccanza», su Mtv. La sfavillante vita dei giovani (stra)ricchi.
«Non rinnego niente: era 10 anni fa, ora posso dire di avere un rapporto diverso con il denaro. All’inizio invece, o comunque finché non ho iniziato a guadagnare denaro mio, i soldi erano una cosa che c’era e basta. Non mi chiedevo come fossero arrivati di in tasca».
Quando registrava la trasmissione viveva nientemeno che al Bosco verticale. Un ventenne accasato nel grattacielo più chic di Milano...
«Ero in affitto, per sei mesi».
Pagavano i suoi genitori?
«Sì. Ai miei genitori dico grazie perché mi hanno permesso di studiare in ottime scuole senza il pensiero di dovermi mantenere: ciò è stato il mio lusso. Il resto l’ho fatto tutto da solo. Con i primi guadagni ho scoperto la soddisfazione di pensare “Ce l’ho fatta io”, con i miei mezzi, e grazie a me stesso di potermi togliere degli sfizi».
Tipo?
«Ho compiuto 30 anni e mi sono regalato una casetta a Pantelleria».
Anche questo non proprio poco.
«È veramente piccola, però era il mio sogno. Ho trovato l’affare, sono andato a vederla e ho pensato: “In questo momento lo puoi fare, fallo”. Non scialo, mi piace spendere per i miei amici, mi piace mettere tutti a proprio agio però gli eccessi non fanno più parte di me. Ho amici che fanno vite e lavori normali – non che esistano lavori anormali – e facciamo cose normali da persone di 30 anni».
Qual è il suo giro?
«Amici che conosco da sempre, altri più recenti. Fanno i grafici, visual per brand di moda, organizzano eventi. Sono a mio agio con persone fuori dal mondo dello spettacolo – che invece vivo come lavoro – e lo spritz a 5 euro al bar tranquillo è la nostra uscita tipo».
Quanto ciò che vediamo è lei davvero e quanto personaggio?
«Più trascorrono gli anni e più convergono persona e personaggio. Ho iniziato giovanissimo: esasperavo aspetti per provocare reazioni».
Qualcosa che non rifarebbe.
«Parlavo tanto, troppo, di sesso e anche sboccatamente. Adesso troverei volgare anche l’ostentazione di allora: loghi, brand, vacanze, posti».
A cosa si deve il cambio?
«Non è più il mio gusto, non mi interessa, non è il caso anche per il periodo che stiamo vivendo. A 20 anni un ragazzino che sta sui social – che sono finzione! – può anche essere un pirla, mi assolvo. Però ora cerco cose più autentiche, per me un posto figo è quello dove c’è vita di quartiere».
È milanese di dove?
«Bar Basso».
Quartiere Bar Basso è inedito.
«Dico così per dire Città Studi, viale Abruzzi».
Studi?
«Scuola inglese, un anno al San Carlo e poi ritorno, università a Londra con laurea in Business. I miei genitori (il padre manager, la madre dietista, ndr) mi hanno dato questa possibilità di cui sono loro grato».
È uno che risparmia?
«Sto attento. Di vestiti ho gli armadi pieni e non ne compro più».
Glieli regaleranno anche.
«Il 99% di quelli che ricevo per le trasmissioni li restituisco. Ho la fortuna di non dover fare i conti a fine mese, sono un privilegiato e lo so perfettamente».
Ci facciamo un po’ i fatti suoi. L’appartamento milanese che fa da sfondo ai post è suo?
«No, in affitto».
Quindi quella di Pantelleria è la prima casa di proprietà.
«Ho fatto altri investimenti nel mattone».
Zorzi è un famoso solo perché è famoso?
«Che sono da anni in televisione, so lavorare. Sono in onda ogni sera».
Ci dica qualche bizzarria in cui è incappato facendo il giudice di Cortesie per gli ospiti.
«La camera da letto dell’appartamento che visitiamo diventa in genere il nostro camerino. Sa quante volte ci abbiamo trovato la nonna addormentata?».
Quando è uscito dal Grande Fratello ha detto: «Esco e non sono Dio, ma qualcosina sotto». Ripeterebbe una cosa simile?
«Non ho detto proprio così, bensì che “mi hanno fatto credere di essere...”. Da persona che aveva fatto qualcosina in tv sono passato a vedermi chiedere di fare l’opinionista all’Isola, Costanzo mi voleva fisso al Costanzo Show e in radio. La frase era un’iperbole. Sapevo fare pochissimo e mi hanno messo nel campionato dei grandi: ho provato a darmi da fare. Oggi lavoro per una rete – Real Time mi ospita da 3-4 anni – per cui ho fatto diversi titoli. Per un ex giovane come me è difficile trovare una rete che crede e investe in te, specie oggi che si legge un giorno sì e l’altro pure di programmi stroncati».
Ci racconti di Maurizio Costanzo.
«Per me un papà televisivo. Mi ha chiamato nel suo Costanzo show e mi ha dato libertà totale di parola. Lui era il primo difensore della libertà di parola e opinione».
Il comico Andrea Pucci su di lei quasi si gioca l’Ambrogino.
«Ci sono state polemiche legate a una vicenda che mi ha coinvolto, sì. Poi l’Ambrogino l’ha preso (nel 2023, ndr)».
Una battuta omofoba in uno show riferita a lei, che Pucci ha però detto essere stata male interpretata.
«Chi ha “riferito” perché era in platea era mia zia. Una fonte diretta. Mi ha spiegato che lui aveva aperto lo spettacolo con una battuta, a mio avviso, infelice sul mio conto. Mi sono difeso».
Vi siete mai sentiti?
«Lui mi ha bloccato».
Sui social si è lanciato in svariati dissing. Si espone e le piovono addosso anche critiche.
«Oggi lo faccio meno. Non conto più gli haters: l’unica è fasci scivolare addosso le cose».
Querela?
«Qualche volta sì».
I social possono essere un brutto posto.
«Anche bello. Le persone che scriveranno male ci saranno sempre e ho capito che è inutile fare arringhe o chiedergli di smettere, perché ce l’hanno nel Dna. Ciò non deve scoraggiarci dal dire come la pensiamo».
Segue la politica?
«Abbastanza».
Voterà al referendum?
«Certo, sono per il sì».
Un politico che le piace?
«Alessandro Zan. Anche Emma Bonino».
Chi non le piace?
«Tanti. Dovrei negare la mia stessa esistenza per essere d’accordo su alcuni temi con Giorgia Meloni».