corriere.it, 24 maggio 2025
Case abusive in riva al mare in Sicilia, la Corte Costituzionale «cancella» le sanatorie: «Sono vietate»
Una battaglia storica in difesa dell’ambiente e dei paesaggi, una lotta contro le case costruite in maniera abusiva in riva al mare, ottiene un pronunciamento giuridico al più alto livello. La Corte Costituzionale ha confermato il divieto di costruzione entro i 150 metri dal mare.
Con la sentenza 72/2025, depositata il 23 maggio, la Consulta ha respinto tutte le questioni di legittimità sollevate dal Cgars (Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana) in ordine all’articolo 2, comma 3 della l.r. 15 del 1991 che sancisce l’applicazione immediatamente efficace – anche per i privati – del divieto assoluto di edificazione entro i 150 metri dalla battigia previsto dall’articolo 15 della legge regionale n.78 del 1976.
«Va sottolineato che i giudizi riguardano “provvedimenti comunali di diniego di domande di condono edilizio (e sulle conseguenti ordinanze di demolizione) relativi a opere costruite in assenza di titolo a meno di 150 metri dalla battigia dopo il 31 dicembre 1976 e fino al 1° ottobre 1983: data entro la quale le opere dovevano essere ultimate per beneficiare del condono edilizio di cui alla legge della Regione siciliana numero 37 del 1985», fa sapere Legambiente. Esultano gli ambientalisti: «Stop ad ogni improbabile sanatoria in Sicilia».
Gli ambientalisti mettono in evidenza la valenza storica di questo divieto di costruzione sia sul piano della difesa del nostro Pianeta sia sul piano della legalità. «Si tratta di una grande vittoria per la legalità e per l’ambiente – afferma Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia -. Finalmente si è messa la parola fine alle numerose forzature interpretative sulla corretta applicazione di una norma sacrosanta che, già cinquant’anni fa, aveva sancito il vincolo dell’inedificabilità assoluta nella fascia dei 150 metri dal mare. Purtroppo, in questi anni, nonostante tale divieto, si è continuato a costruire illegalmente, promettendo improbabili sanatorie».
Le notizie di possibili sanatorie delle case abusive in Sicilia nella fascia dei 150 metri dal mare, proposte da esponenti del centrodestra (che governa da diversi lustri l’Isola), e le conseguenti polemiche politiche, avevano fatto scalpore a livello nazionale ed europeo. Vi era stato anche un emendamento del capogruppo di Fdi al parlamento siciliano con la presentazione di una nuova proposta di sanatoria edilizia. Iniziativa duramente contrastata dalle opposizioni di centrosinistra, che aveva procurato mal di pancia anche all’interno degli stessi partiti della maggioranza di centrodestra. Con sindaci in prima linea che avevano messo in evidenza i gravi rischi di questa proposta.
In quest’ottica il sindaco di Carini, Giovì Monteleone (Pd), che ha fatto demolire centinaia di case abusive nel comune del Palermitano aveva palesato degli esempi concreti sulle ricadute negative per i territori: «L’emendamento proposto dai deputati di Fratelli d’Italia all’Assemblea regionale siciliana per condonare gli immobili sulla fascia costiera costruiti nei 150 metri dalla battigia invece di dare strumenti e risorse per riqualificare le coste legittima chi ha fatto abusivamente un uso privato del mare e del paesaggio a danno di altri cittadini e del territorio e mette una pietra tombale sui tentativi di chi vuole ripristinare il decoro paesaggistico e restituire un bene prezioso alla pubblica fruizione». Il sindaco aveva aggiunto: «Il testo, presentato in Commissione Ambiente, modificando i limiti di edificabilità permetterebbe di salvare dalla demolizione centinaia di case costruite fra il 1976 e il 1985. Dal 2015 sul litorale di Carini sono stati 1.132 i provvedimenti repressivi emessi, tra ordinanze di demolizione, di inottemperanza alla demolizione, di acquisizione al patrimonio comunale e di sgombero. Sono state accertate più di 20 lottizzazioni abusive e 303 immobili ricadenti in zona di inedificabilità assoluta sono stati demoliti».
Si comprende bene l’importanza del pronunciamento della Consulta che conferma il divieto assoluto di costruzione entro i 150 metri dal mare. Il presidente di Legambiente Sicilia Castronovo evidenzia: «Ricordiamo che, solo negli ultimi 35 anni, quasi il 9% della nostra costa è stato cancellato dal cemento, nonostante la presenza del vincolo paesaggistico e quello appunto dell’inedificabilità assoluta». E aggiunge: «Si proceda rapidamente alla demolizione degli edifici abusivi ancora presenti lungo la nostra costa, restituendo alla naturalità dei luoghi le nostre splendide spiagge».
Si tratta di battaglie non semplici, uno dei sindaci antesignani nell’abbattimento di costruzioni abusive fu Enzo Bianco a Catania, abbiamo già citato il sindaco di Carini Monteleone. E va ricordata anche la coraggiosa azione dell’ex primo cittadino di Licata Angelo Cambiano che, dopo aver fatto demolire molte decine di case tra polemiche infuocate, fu sfiduciato in consiglio comunale. Gli addetti ai lavori mettono in evidenza il peso elettorale dei proprietari delle case abusive e dei loro familiari.
Solo tra il Palermitano e l’Agrigentino vi sono 200 mila case da sanare (più molte altre decine di migliaia nel resto dell’Isola). Se si considerano i proprietari di case e ville sul mare e i loro parenti, si comprende il loro potenziale peso elettorale.
La battaglia per la legalità in Sicilia ha un suo aspetto fondante nella difesa del territorio dagli abusi edilizi, la difesa e la tutela delle meravigliose coste è cruciale per il presente e il futuro dell’isola sotto ogni punto di vista.