La Stampa, 24 maggio 2025
Delmastro diserta l’udienza "Non controllo mai la posta" Il giallo della foto con Pozzolo
Delmastro non c’è. Poco importa che prima dell’udienza sul caso Pozzolo il primo piano del tribunale di Biella venga «bonificato» da una squadra di agenti (mai avvenuto nelle precedenti puntate). Inutile precauzione. Il sottosegretario alla Giustizia, chiamato dalla difesa del deputato vercellese a testimoniare sullo sparo del Capodanno 2024 costato il ferimento dell’ospite Luca Campana, illude l’aula trasformata in un palcoscenico dalle telecamere di Report e Un giorno in pretura. Non appena l’udienza comincia, il giudice Cristina Moser spiega al pm Paola Francesca Ranieri e all’avvocato difensore Andrea Corsaro, già sindaco di Vercelli, di aver ricevuto giovedì una Pec dallo stesso Delmastro. Il deputato biellese di Fratelli d’Italia informava il magistrato di non aver ricevuto la convocazione, di essere impegnato in attività istituzionali e di non poter quindi essere presente. Immediata la reazione anche un po’ piccata di Corsaro, il quale presenta la ricevuta della raccomandata inviata. Che però, come conferma lui stesso al termine dell’udienza, «non è stata ritirata».
A spiegare come sia andata è proprio il sottosegretario alla Giustizia, che si dichiara anche stupito delle possibili polemiche legate alla sua mancata presenza in aula. «Credo da parte mia di aver agito con la massima correttezza – dice -. Giovedì ho letto sui giornali che avrei dovuto testimoniare. Quindi ho inviato una Pec alla giudice Moser, prima di tutto per assicurarmi che fosse così e poi per spiegarle di non aver ricevuto la convocazione: ieri ero in Sicilia per la commemorazione della strage di Capaci, un impegno non rinviabile. Ho subito detto, però, che avrei mandato qualcuno in tribunale per conoscere la data della prossima udienza, garantendo che sarò presente anche se non verrà formalizzata una nuova convocazione».
Il motivo per cui Delmastro non ha ricevuto la raccomandata inviata dall’avvocato Corsaro sarebbe collegato all’invio del documento all’indirizzo dell’abitazione privata. «Dove negli ultimi giorni sono stato davvero poco, appena un paio d’ore nel pomeriggio della domenica – aggiunge Delmastro -. Ho chiesto a mia moglie di cercare con attenzione se fosse arrivato l’avviso e in effetti l’ha trovato. È datato 15 maggio. Siamo quindi ben lontani dalla scadenza di compiuta giacenza. E poi l’avvocato Corsaro avrebbe potuto mandarmi una Pec, o una raccomandata in studio dove di sicuro qualcuno l’avrebbe ritirata».
Andrea Delmastro sarà quindi l’unico testimone nella prossima udienza già fissata per venerdì. L’avvocato Corsaro ha infatti rinunciato ad altre due testimonianze (quella del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Davide Zappalà, storico amico e compagno di partito, e della moglie di Zappalà), dando l’impressione di voler concentrare tutta l’attenzione sul sottosegretario.
A Delmastro verrà probabilmente chiesto spiegazioni di una foto che lo ritrae insieme a Pozzolo e a qualche familiare all’interno di una stanza, che secondo la difesa è all’interno della pro loco. Un’immagine che sarebbe stata scattata a inizio serata, con il parlamentare vercellese passato a salutare prima di andare a festeggiare il Capodanno con la famiglia, salvo poi tornare dopo la mezzanotte. Corsaro ha mostrato quello scatto a tutti i testimoni senza al momento riscontri apprezzabili. L’intento sarebbe quello di dimostrare che Pozzolo era già entrato nella struttura in cui si è tenuta la festa a inizio serata. Come l’eventuale conferma possa servire alla difesa, è un segreto ben celato nella strategia di Corsaro, che qualche colpo l’ha messo a segno. Chiedendo ad esempio all’attuale caposcorta del sottosegretario, il sovrintendente della penitenziaria Salvatore Mangione (che la convocazione l’ha ricevuta) se il suo predecessore Pablito Morello fosse già stato coinvolto in episodi di spari accidentali. Risposta: «Ricordo che è successo qualcosa ma non so i dettagli». Secondo Pozzolo, Morello sarebbe il responsabile dello sparo, un precedente potrebbe avvalorare la sua tesi.
In attesa di novità sul fronte della difesa (che non ha risparmiato qualche confronto acceso con il giudice), anche il pubblico ministero Paola Francesca Ranieri ha portato avanti, con la testimonianza di un funzionario della questura di Vercelli, le accuse legate al porto abusivo del piccolo revolver. L’ispettore Melin ha confermato che la pistola era l’unica tra quelle in possesso dell’onorevole, dal 2017, in regime da collezione. Quindi, in base a una circolare del 2020, poteva uscire dall’abitazione del proprietario soltanto dopo aver chiesto un nullaosta.