Avvenire, 23 maggio 2025
Azzardo, l’allarme di chi lo combatte: le riforme peggiorano la situazione
Mentre a Roma il mondo dell’azzardo rilancia il settore agli Stati Generali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, a Milano si lanciano preoccupati allarmi agli Stati generali per il contrasto dell’azzardo, promossi dalla Fondazione San Bernardino (organismo antiusura delle diocesi e delle Caritas lombarde), insieme alla sezione lombarda della Campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”. Un’occasione per denunciare le gravi riforme dell’azzardo proposte dal governo, e per lanciare l’allarme in particolare sulla fortissima crescita dell’azzardo on line e sul coinvoglimento sempre maggiore dei minori. L’iniziativa, spiegano i responsabili della Campagna «nasce con l’obiettivo di costruire un ponte tra le esperienze territoriali, i dati e le evidenze e la dimensione della politica per costruire una narrazione differente da quella dominante che sta portando ad una crescita drammatica del gioco e a una deregolamentazione legislativa a vantaggio degli interessi dei pochi, ossia dei concessionari». E intanto, denuncia Luciano Gualzetti, presidente di Caritas ambrosiana e della Consulta nazionale antiusura, l’azzardo è «causa di povertà perché giocando si perde sempre! E vengono dilapidate le risorse a disposizione della famiglia rischiando di cadere nel sovraindebitamento e nell’usura! Ed è effetto della povertà perché sempre più persone povere sperano di risolvere i propri problemi economici con la fortuna». Lo dimostra il fatto che 1 persona indebitata su 2 incontrata ogni anno dalle Fondazioni antiusura e dai Centri di ascolto Caritas ha l’azzardo come causa principale dei problemi economici. Ma a preoccupare ulteriormente è che anche i minori, ai quali l’azzardo è vietato, sono interessati a questo fenomeno e ben 1 su 4 dichiara di aver giocato soprattutto on line, più di 150mila studenti tra i 15 e i 19 anni hanno un profilo di gioco a rischio e più della metà sono minorenni, mentre 115mila sono già problematici. Dati preoccupanti, descritti da Claudia Lippi, del Laboratorio di epidemiologia del Cnr. L’azzardo telematico è in fortissima crescita. In Lombardia i conti gioco (necessari per l’azzardo on line) aperti a fine 2023 erano 2 milioni e 390mila, seconda regione dopo la Campania. E a non pochi riescono ad accedere anche i minori grazie alle «complicità» degli adulti. Sono infatti ben 320mila i minori che “giocano” on line. I giocatori con un profilo di rischio problematico, è la denuncia della ricercatrice del Cnr, tendono a praticare con maggiore frequenza tutti i tipi di gioco, in particolare le scommesse. Rispetto ai coetanei non a rischio, giocano online in misura tripla. Presentano numerose false credenze legate al gioco d’azzardo e ne percepiscono un basso livello di rischio. All’aumentare della gravità del profilo di rischio si osserva una minore soddisfazione nei rapporti interpersonali, nella situazione economico-finanziaria familiare e nella propria salute. Parallelamente, aumentano il consumo di sostanze psicoattive, gli episodi di abuso alcolico e l’uso di psicofarmaci senza prescrizione. Questi ragazzi vivono spesso in contesti familiari caratterizzati da scarso monitoraggio genitoriale e assenza di regole comportamentali. Ma ancora più minori praticano il gaming: nel 2024, circa 1milione e 800mila studenti hanno giocato ai videogame e in Lombardia si registrano dati superiori rispetto alla media nazionale. Nei giorni non scolastici, un quinto dei ragazzi gioca quasi 4 ore senza interruzioni, principalmente a casa; circa un quarto ha speso più di 50 euro per il gaming. Secondo il Cnr c’è un legame tra videogiochi e azzardo. Infatti potrebbero rappresentare un possibile «ponte» o fattore di transizione tra un comportamento da gamer problematico e uno da gambler problematico, tra gioco videoludico e «gioco» d’azzardo. Per questo, torna a insistere Gualzetti, «è urgente un a vera riforma del settore dell’azzardo» e invece dal governo arrivano segnali peggiorativi. Come le proposte per l’azzardo fisico che quasi annullerebbero il distanziometro, riducono i luoghi sensibili, allungano gli orari di apertura a tutta la notte, aggirando le ordinanze dei sindaci».