repubblica.it, 22 maggio 2025
Il sondaggio: gli italiani apprezzano papa Leone. In calo quelli che vogliono inviare armi a Kiev
Gli italiani stanno ancora con l’Ucraina, ma con meno fiducia di prima nel presidente Volodymyr Zelensky e meno favore verso l’invio di armi. È ciò che emerge dal nuovo sondaggio di SWG di maggio 2025, che mostra anche un’opinione pubblica tendenzialmente positiva nei confronti del neoeletto Papa Leone XIV.
Sul conflitto russo-ucraino quasi metà degli intervistati, il 48%, è concorde che il più grande ostacolo a un accordo per pace sia il leader russo Vladimir Putin, ma è sempre più diffusa l’idea che Zelensky sia corresponsabile, per il 24%, o addirittura il principale colpevole, per il 17%. Se tra gli intervistati dichiaratisi di centrosinistra una netta maggioranza accusa Putin per la mancata tregua, tra quelli di centrodestra le opinioni variano: il 43% di loro incolpa il russo, il 24% l’ucraino.
Divisione politica evidente sull’apprezzamento dell’apporto di Donald Trump al raggiungimento di una pace in Ucraina: il 44% del centrosinistra dice che il presidente americano sta ostacolando la fine dei conflitti, la stessa percentuale del centrodestra pensa invece che la stia agevolando. A vincere, comunque, è l’idea che il ruolo del tycoon nella pace sia fondamentalmente nullo, né positivo né negativo.
Il sostegno italiano all’Ucraina ha perso popolarità: un 40% principalmente di centrosinistra, ritiene che il nostro Paese debba entrare nella coalizione dei volenterosi, seguendo gli altri paesi europei sulle sanzioni e gli aiuti militari anti-Russia, ma supera di soli quattro punti percentuali i contrari al 36%. I volenterosi sono particolarmente impopolari tra gli intervistati di centrodestra.
Nel confronto con un sondaggio di settembre 2023, si vede chiaramente che gli aiuti all’Ucraina stanno passando di moda tra gli italiani: nel 2025 i contrari all’invio di armi sono in netta crescita e hanno quasi raggiunto i favorevoli, con solo un punto percentuale di distanza, 42% contro 41. Due anni fa la distanza era di quindici punti.
Se l’invasione russa è divisiva, il nuovo Papa Robert Prevost sembra avere unito tutti: il 60% ha dichiarato di aver avuto una prima impressione positiva, contro solo un 9% con un’opinione negativa e un 31% che sospende il giudizio. Le emozioni più associate al neo-pontefice sono “speranza” e “fiducia”. Particolarmente apprezzato il “discorso sulla pace” dopo l’elezione, meno il ritorno estetico alla tradizione prima di Bergoglio, con la mozzetta (una mantellina corta) rossa, la croce d’oro e la stola pontificia. Papa Francesco aveva invece optato per un look più sobrio. Nel confronto con il predecessore, il 65% cattolici praticanti crede ci sia una fondamentale continuità tra i due, un po’ meno i non credenti convinti di questo.
C’è anche grande fiducia che il primo Papa americano non si faccia condizionare a livello politico: per il 57% degli intervistati (69% tra i cattolici) sarà indipendente nelle scelte e porterà avanti solo il pensiero della Chiesa. Solo il 25% crede che si farà influenzare dall’amministrazione Trump. Se come aveva dichiarato, l’obiettivo era quello di costruire ponti, fino ad ora Leone XIV ha fatto centro.