La Stampa, 22 maggio 2025
Crepe, viadotti che cedono e guardrail sottodimensionati Sicurezza sempre più a rischio
Le 789 ispezioni effettuate l’anno passato dall’Agenzia nazionale per la sicurezza dei trasporti su un totale di 3.161 chilometri di strade italiane, controlli inevitabilmente a campione se si considera che la nostra rete infrastrutturale viaria stradale ed autostradale si sviluppa su 832 mila chilometri e conta ben 8.075 gestori, hanno portato alla luce una marea di criticità. «Le ispezioni hanno permesso di osservare problematiche ricorrenti e puntuali oltre a carenze sistemiche» segnala l’Ansfisa nella sua ultima relazione annuale.
Nel corso del 2024 l’Agenzia ha concentrato la sua attività «in massima parte» proprio sulle strade secondarie gestite dalle Regioni, dalle Province, dalle Città metropolitane e dai Comuni che oggi sono oggetto di nuovi tagli e che rappresentano non solo la porzione più consistente di infrastrutture da verificare (e più bisognosa di fondi), ma anche quella più difficile da controllare: ai 7.904 comuni italiani fanno infatti capo ben 668.673 chilometri di strade (l’80% del totale), un altro 16% (131.008 km) dipende invece da altri 144 enti tra Regioni, Province e Città metropolitane.
La lista delle 789 opere ispezionate l’anno passato comprende 43 gallerie, 343 tra viadotti e ponti, 64 cavalcavia, 30 sottovia e sottopassi e 309 opere minori, opere di sostegno ed opere idrauliche di attraversamento. Solo per fare qualche esempio, a Torino è stato controllato corso Bramante, viale Fulvio Testi a Milano, a Roma la Cristoforo Colombo e a Napoli l’Asse del Vomero; altre verifiche hanno interessato Genova, Trento, Bologna, Firenze, Ancona, Perugia, Bari, Reggio Calabria, Cagliari, Olbia e Palermo ed altre province.
«Gli enti locali stanno incontrando significative difficoltà» sintetizza l’Ansfisa che per quanto riguarda i comuni osserva che «non esiste un catasto unico delle strade e i dati reperibili da diverse fonti sono parziali e incongruenti tra loro». Lunga la lista dei problemi segnalati al termine delle verifiche. Ad esempio nell’applicazione delle linee guida relative ai ponti, molti enti non dispongono di un censimento aggiornato delle infrastrutture di propria competenza e, quando questo è presente, si limita a informazioni topografiche senza riportare indicazioni caratterizzanti l’opera. Per quanto riguarda la gestione e manutenzione di strade ed opere infrastrutturali «in diversi casi manca un sistema di sorveglianza continua, che compromette l’efficacia di una manutenzione ordinaria». Oltre a questo, sono state rilevate numerose barriere danneggiate o inefficienti, senza l’attivazione di provvedimenti tempestivi per la loro manutenzione o sostituzione. Per quanto riguarda il piano viabile, sono stati riscontrati principalmente fenomeni di deterioramento, cedimenti o fessurazioni della pavimentazione, segnaletica deteriorata, presenza di vegetazione interferente, ostacoli puntuali, dispositivi di ritenuta (guardrail, ecc.) danneggiati o non correttamente manutenuti.
Nei controlli su ponti, cavalcavia e gallerie sono stati riscontrati svariati difetti di tipo strutturale, dal classico degrado del calcestruzzo a distacchi di copriferro, dall’esposizione e ossidazione delle barre di armatura, a giunti degradati. È poi emersa anche la necessità di interventi di manutenzione straordinaria, di ispezioni speciali, specialmente per i ponti in aree esposte al rischio di fenomeni alluvionali, erosionali e franosi, o riconosciute ad elevato rischio idrogeologico, e ancora la necessità di migliorare i sistemi di smaltimento delle acque, «la cui scarsa efficienza rappresenta il principale elemento di degrado delle strutture».
Al termine delle sue ispezioni l’Ansfisa ha formulato «ricorrenti raccomandazioni e prescrizioni» sulle cosiddette opere minori (muri di sostegno, tombotti, tombini, sottovia eccetera) presenti sulle tratte stradali in gestione ai vari enti, dove è stato richiesto di definire modalità di sorveglianza e monitoraggio, anche in termini di cadenza temporale, in funzione delle specifiche peculiarità delle opere e delle caratteristiche territoriali, «anche perché – è rimarcato ancora nella relazione annuale dell’Agenzia – il manifestarsi di eventi meteorologici a carattere eccezionale, accompagnati da fenomeni idrogeologici (instabilità dei versanti, problematiche di allagamento del piano viabile o di sormonto delle infrastrutture) che hanno interessato le diverse componenti dell’infrastruttura stradale, è risultato sempre più frequente».
«Il nostro sistema di infrastrutture stradali ha bisogno di azioni efficaci e mirate» evidenzia dunque l’Ansfisa che per l’anno in corso conta di portare a mille il numero delle ispezioni per un totale di 3.700 chilometri.
«Occorre progettare spazi stradali sicuri, sia nelle aree urbane sia nella viabilità extraurbana e nelle aree urbane bisogna diminuire la velocità a 30 all’ora» segnala il rapporto Dekra sulla sicurezza stradale 2024 presentato lo scorso ottobre in Senato, ricordando che in Italia secondo i dati Aci-Istat nel 2023 si sono registrati 166.525 incidenti che hanno causato 3.039 decessi, per una media di 456 incidenti e 8,3 morti ogni giorno. In pratica una strage continua.