Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  maggio 22 Giovedì calendario

La propaganda pro-Putin nei libri di scuola italiani

Quando esisteva ancora l’Urss, nella guerra non lineare all’Occidente esisteva un espressione specifica per indicare una serie di iniziative pensate per bombardare di informazioni di parte la società libera (e quindi fatalmente più permeabile) delle democrazie. Aktivnye meropryatiya, «misure attive», indicava una serie di tecniche di influenza e destabilizzazione politica e psicologica utilizzate dal Kgb. Al vertice di queste c’era molta propaganda occulta che andava dalla strumentalizzazione dei movimenti pacifisti sino al finanziamento di gruppi politici anti sistema. Che queste cose non siano andate in soffitta col crollo del Muro e che, anzi, il Cremlino di Putin ne sia stato un abile continuatore è sotto gli occhi di tutti. La presenza della disinformazione russa in rete è stata raccontata da moltissimi giornali, questo compreso. L’Istituto Gino Germani di scienze sociali e studi strategici ha però appena pubblicato un research paper, a firma di Massimiliano Di Pasquale e Iryna Kashchey, che apre un quadro anche più preoccupante. Si intitola Narrazioni strategiche russe nei libri di testo delle scuole secondarie di primo grado italiane e in esso i due studiosi tirano le fila di una ricerca iniziata poco dopo lo scoppio del conflitto ucraino. Risultato? Ben 28 manuali tra i più diffusi nel territorio italiano si allineerebbero in gran parte alla narrazione che da anni il Cremlino cerca di diffondere rispetto all’Ucraina e ai territori contesi. Nel paper è possibile ritrovare un florilegio di frasi e affermazioni reperibili nei manuali che fanno a cazzotti con la realtà, soprattutto dopo il primo conflitto con la Russia del 2014. Alcuni di questi manuali eran già finiti sotto accusa – per la nostra testata e il nostro sito lo hanno raccontato Francesca Galici e Massimo Balsamo – ma vedere l’insieme delle frasi e delle omissioni colpisce. «Dopo aver chiesto l’intervento delle truppe di Mosca, la Crimea, abitata in maggioranza da russi, si è autoproclamata indipendente con un referendum ed è stata annessa alla Russia». Non proprio una descrizione equanime della penetrazione sotto traccia delle truppe di Mosca... Non è però propaganda del Cremlino ma un manuale Zanichelli. Non è l’unico caso in cui quella avvenuta nel 2014 in Ucraina è descritta semplicemente come una guerra civile. Tra i manuali di parte vengono citati esempi anche da titoli di Le Monnier, Sanoma, DeA Scuola, Loescher... Kashchey e Di Pasquale rimarcano poi un punto: «In nessun manuale si parla della rivoluzione di Maidan o della trasformazione digitale che ha attraversato l’Ucraina dopo il 2014». Leggendo il paper sembra di tornare agli scenari descritti nel romanzo Il montaggio di Vladimir Volkoff, che stigmatizzava le metodiche usate dal Kgb per penetrare lentamente la cultura occidentale. Ovviamente non si deve pensare al complotto editoriale o partire per crociate. Secondo gli autori del paper «questi manuali appaiono come il prodotto di un contesto culturale... plasmato sia dalle narrazioni strategiche... filo Cremlino, sia da un fenomeno endogeno, generato da ideologie antimoderne, ostili al liberalismo».
Dopo di che ci sono state nel tempo le scuse di alcune case editrici e anche l’aggiornamento dei testi digitali. Ma le copie cartacee resteranno in circolazione per anni e in alcuni casi si trovano errori clamorosi, secondo il paper, anche nelle edizioni del 2024...

Non si tratta ovviamente di censurare idee o dibattiti, o pretendere narrazioni filoucraine, ma di capire che tipo di informazione viene fornita agli studenti in quell’età in cui si formano le convinzioni di base. Se l’informazione è a senso unico...