Libero, 22 maggio 2025
I costi dei centri estivi a Milano
Il conto per l’estate dei bambini è già arrivato, e per molte famiglie milanesi si preannuncia più salato che mai. Con l’avvicinarsi della stagione estiva 2025, i centri estivi tra Milano e l’hinterland si preparano, sì, a un nuovo boom di iscrizioni, come confermato da diversi operatori, ma anche a un’ulteriore impennata dei prezzi che rischia di mettere in seria difficoltà chi non può contare su reti familiari a cui lasciare i piccoli durante la stagione calda. Anche perché, dopo un 2024 già segnato da aumenti generalizzati, il trend per l’anno in corso è tutt’altro che rassicurante.
Secondo l’indagine già condotta da Adoc ed Eures nel 2024, Milano si è presenta come la città più cara d’Italia per i centri estivi: il costo medio settimanale per il tempo pieno era di 218 euro, mentre per il part-time si attestava sui 176. A conti fatti, una famiglia milanese con un solo figlio lo scorso anno ha speso in media 1.748 euro per otto settimane di centro estivo. Una con due figli, oltre 3.300. Numeri che si sono già fatti sentire su migliaia di bilanci familiari – assieme alla retta di asilo nido, attività sportive, spesa e chi più ne ha più ne metta… – e che per il 2025 si prevede possano crescere ancora, complici l’inflazione, l’aumento dei costi di gestione delle strutture e una domanda in incessante crescita. E a giudicare dalle nuove prospettive di quest’anno, i costi per le attività in questo periodo – specialmente per quanto riguarda le realtà private – sembrano essere ancora in aumento.
L’alternativa, per così dire, più economicamente sostenibile, resta l’offerta pubblica, affiancata dalla curia. Almeno negli oratori con meno di cento euro a settimana si riesce a ottenere un posto. Per quanto riguarda il Comune di Milano, invece, sono stati riattivati anche quest’anno i centri estivi per i bambini delle scuole dell’infanzia e primarie. Le tariffe, in questo caso, variano in base all’Isee e partono da 8,70 euro per arrivare fino a 211,70 euro per un periodo di dieci giorni. Per i non residenti, la quota si alza fino a toccare i 233 euro. Un’opportunità che può allettare, ma che comunque ha una capienza piuttosto limitata. I posti disponibili vengono assegnati tramite graduatoria e ogni anno centinaia di famiglie restano escluse. Resta, appunto, il fronte privato, dove l’offerta è ampia e diversificata: si possono trovare centri specializzati in sport, arte, lingue, scienze, natura, cucina. Ma i costi, spesso, sono a dir poco proibitivi. Cercando tra le alternative più popolari – e non “popolari” in quanto a prezzo – si trovano esempi come il Dance&Sport Summer Camp in zona Baggio, dove con una quota di 240 euro a settimana si ottiene il kit di abbigliamento, pranzo e merenda, oltre ad attività come la piscina interna, le attività in inglese e nell’orto. Un altro esempio è il Cooking Summer Camp in zona Porta Romana che propone settimane tra fornelli e laboratori a ben 320 euro. I Bagni Misteriosi arrivano a 400 euro, offrendo giornate tra piscina, teatro e attività esclusive. L’Inter Summer Camp, invece, richiede 385 euro a settimana per un programma calcistico full immersion. Anche realtà più “alla buona”, come Cascina Biblioteca (150 euro) o Ad Artem (180 euro), restano comunque onerose, specialmente se a queste si aggiungono i servizi extra come mensa, anticipo, posticipo e assicurazione. Gli sconti famiglia, per chi avesse più di un figlio, anche quando ci sono restano limitati e spesso non superano il 15%.
Una situazione evidentemente paradossale quella della stagione estiva in città, soprattutto per una Milano che spesso parla di benessere, di bilancio famiglia-lavoro e di inclusione sociale. A spanne, mandare due figli al centro estivo privato per una famiglia può costare 700 euro a settimana: una cifra, si potrebbe dire, tutt’altro che inclusiva. Quindi, mentre alcuni bambini vivranno settimane di teatro, sport, escursioni e lingue straniere, altri dovranno inventarsi un modo di passare il periodo estivo, chi in casa davanti a uno schermo, chi per strada, magari con la gente sbagliata.