ilsole24ore.com, 22 maggio 2025
Spotify paga 150 milioni alla discografia italiana
Il contributo di Spotify alla discografia italiana vale 150 milioni di euro. Ci sono dentro gli ascolti nazionali e internazionali degli artisti prodotti dalle nostre label. Una grandezza comparabile alla metà di quello che nel 2024 qui da noi, secondo Ifpi, è stato giro d’affari complessivo dello streaming musicale (308 milioni). Il dato, in crescita del 20% sul 2023, emerge dal report Loud & Clear che la piattaforma di ascolto leader di mercato redige ormai tutti gli anni e che, in quest’ultima edizione, certifica un contributo alla discografia mondiale da 10 miliardi di dollari. Un’edizione tutt’altro che banale per la lingua di Dante: per la prima volta nel 2024, infatti, l’italiano entra a far parte del club delle lingue che generano oltre 100 milioni di dollari di ricavi su Spotify, grazie a un incremento del business del 23% sul 2023.
L’ascesa dell’export
Export e internazionalizzazione rappresentano così una delle chiavi di lettura più affascinanti per il nostro Paese, per troppo considerato local market, se non addirittura ethnic market, dalla discografia mondiale: circa il 50% di tutte le royalties generate dagli artisti italiani su Spotify nel 2024 – anno che sulla piattaforma ha visto primeggiare inconstrastato Geolier – proviene infatti da ascoltatori al di fuori dell’Italia. Sono sempre di più le playlist generate dagli utenti che contengono musica italiana e questo è tanto più vero per gli Stati Uniti, che risultano essere il Paese al mondo con il maggior numero di playlist generate da utenti contenenti artisti italiani: oltre 130 milioni, più dell’Italia stessa. Merito di Måneskin, Meduza, Gabry Ponte e Ludovico Einaudi, gli artisti tricolore più ascoltati all’estero.
Il ruolo degli indipendenti
A livello generale, il numero di artisti italiani che hanno generato royalties oltre le soglie di 10mila, 50mila e 100mila euro è più che raddoppiato dal 2019 al 2024. Qui da noi, circa il 40% di tutte le royalties generate su Spotify nel 2024 sono frutto del lavoro di artisti o etichette indipendenti. «Gli indipendenti», sottolinea Federica Tremolada, general manager per l’Europa di Spotify, «rappresentano da anni stabilmente una quota molto significativa degli ascolti sulla piattaforma, sia a livello globale, sia nel nostro Paese. È interessante notare che, a livello globale, Spotify rappresenta circa un terzo dei ricavi totali da streaming, ma rappresenta oltre il 50% dei ricavi da streaming degli indipendenti. Si capisce dunque quanto la nostra piattaforma sia fondamentale per far scoprire, crescere e sostenere questa categoria di artisti».
Il peso dell’Italia
Quanto al peso dell’Italia, all’interno della region Southern & Easter Europe di Spotify, per la Tremolada stiamo parlando del «mercato di maggior peso, assieme alla Spagna, in una regione molto grande e complessa, che comprende 28 paesi, e di conseguenza tantissime lingue e culture diverse. Non è una caso che “Casa Spotify”, il nostro ufficio milanese, sia anche l’hub per questa regione, ospitando oltre 100 dipendenti di più di dieci diverse nazionalità». Un mercato discografico che, secondo l’Ifpi, cresce ormai da sette anni consecutivi fino ad attestarsi ai 461,2 milioni di giro d’affari complessivo nel 2024. Grazie allo streaming e allo streaming premium, in particolare. Ossia il terreno sotto i piedi di Spotify.