avvenire.it, 21 maggio 2025
«Ha incitato alla rivolta». Una fake news porta in cella il capo dell’opposizione
Una fake news, una bufala, su whatsapp per arrestare “preventivamente” il leader dell’opposizione in Ciad. Nei palazzi del potere a Ndjamena crescono imbarazzo e tensione dopo che le prove del procuratore generale che dovevano giustificare il clamoroso arresto dell’ex premier e leader dell’opposizione Succès Masra sono state confutate da lui stesso.
Venerdì 16 maggio scorso all’alba, le forze di sicurezza governative sono piombate nell’abitazione nel quartiere Gassi della capitale ciadiana del leader del partito filo occidentale e riformista Les Transformateurs per arrestarlo. Secondo il pubblico ministero, Oumar Mahamat Kedelaye, l’arresto di Succès Masra è avvenuto dopo uno scontro intercomunitario che ha ucciso 42 persone avvenuto nella provincia di Logone Occidental, nel sud-ovest del Ciad, il 14 maggio che il leader politico avrebbe incitato attraverso post sui social media in particolare con un audio su whatsapp.
«Tuttavia – ribatte il segretario generale dei Transformateurs Tog-Yeum Nagorngar – in seguito alle violenze, proprio Masra aveva espresso le condoglianze alle vittime, affermando che la vita di nessun ciadiano dovrebbe essere data per scontata. Il discorso usato per arrestarlo preventivamente è stato estrapolato da una dichiarazione del 26 maggio 2023 dopo un’ondata di violenze nel paese in cui Succès Masra invitava la popolazione aggredita a difendersi. Lui i trovava all’epoca all’estero e, per farlo rientrare con altri esponenti del nostro partito per partecipare alle elezioni, vennero firmato accordi di pacificazione che impegnavano a non tenere conto dei discorsi pronunciati in passato».
Il partito di Masra come prova ha postato su Youtube il discorso incriminato in francese. Per giunta in aula lunedì scorso il leader dell’opposizione ha chiesto e ottenuto di visionare l’audio incriminato scoprendo persino che il messaggio del 2023 è stato inviato da uno sconosciuto via whatsapp alla polizia, il 6 maggio scorso, quindi 8 giorni prima della strage.
L’udienza è stata subito sospesa. In un comunicato, Les Trasformateurs sostengono che il capo della polizia giudiziaria abbia provato alla fine dell’udienza a intimidire il leader politico.
Senza accuse e contro la Costituzione, Masra, 41 anni, avversario un anno fa alle elezioni dell’attuale presidente Mahamat Deby, resta trattenuto dalla polizia giudiziaria a N’Djamena, ma riesce comunque a comunicare con i suoi avvocati. Il rischio è che senza prove né processo venga deportato nelle prossime ore in un carcere nel nord, in pieno deserto del Sahara. Nonostante sia un personaggio conosciuto a livello internazionale, finora solo Human Rights Watch è intervenuta in sua difesa.
«Masra e il suo partito hanno diritto di esprimere liberamente le loro opinioni senza timore di essere arrestati – ha detto Lewis Mudge, direttore per l’Africa centrale di Human Rights Watch. -Le autorità ciadiane hanno invece usato gli arresti e altre forme di repressione per reprimere il dissenso pacifico più e più volte».
Arresti e scontri ci furono prima delle presidenziali di un anno fa e il 28 febbraio 2024 le forze di sicurezza ad esempio uccisero Yaya Dillo, presidente del Partito socialista senza frontiere, durante un attacco alla sede del partito a N’Djamena in circostanze mai chiarite.Il Ciad dall’indipendenza è sempre stato alleato di Parigi, ma alla fine dello scorso anno il presidente ha impresso una svolta filorussa al paese del Sahel. Masra, pur non rifiutando la partnership con Mosca, resta filo occidentale e contrario al sostegno alle Rsf, le forze di supporto rapido che, sostenute dagli Emirati Arabi, nel confinante Sudan combattono l’esercito, massacrano civili e praticano stupri di massa attuando la pulizia etnica in Darfur. Probabilmente anche per questo la sua voce va fatta tacere.