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 2025  maggio 21 Mercoledì calendario

Alessandra Mastronardi: «Sono una che si fida troppo e rimango fregata: tante pugnalate, tante lacrime»

Faccia da poker sul set, meno nella vita privata.
«Se avessi affinato la tecnica a quest’ora qualche lacrima me la sarei anche risparmiata. Sono una che in genere rimane abbastanza fregata perché magari riesco a “leggere” le persone ma poi voglio credere così tanto nel prossimo che lascio le porte aperte e dico: fate di me ciò che volete. E rimango fregata».
Si fida troppo?
«Fino a un po’ di tempo fa ciecamente, adesso con un occhio aperto e uno chiuso».
Alessandra Mastronardi da martedì 27 è protagonista della nuova serie di Canale 5 Doppio Gioco dove interpreta Daria, una giocatrice professionista di poker arruolata in una missione sotto copertura per catturare un criminale (Max Tortora). La regia è di Andrea Molaioli, «un regista di cinema prestato alla serialità che amo molto. A prima vista potrebbe sembrare un poliziesco, ma è una serie che ha vari toni e diversi colori».
Il suo personaggio sa decifrare ogni emozione e riesce a usare questa dote a suo vantaggio.
«Daria ha imparato a giocare dal padre, si guadagna da vivere come giocatrice d’azzardo, ma il poker l’ha aiutata non tanto a contare le carte quanto a capire quando una persona sta bleffando oppure no. Ha un’attitudine superiore a guardare le persone che ha davanti, è una persona in grado di capire prima degli altri in chi si imbatte».
Ha un carattere forte.
«È un personaggio molto duro, molto spigoloso, molto tagliente anche nelle risposte, nella modalità di parlare, nel gergo che usa, è una donna che non sorride praticamente mai: può anche stare antipatica».
C’è qualcuno che ha fatto il doppio gioco con lei?
«Quante volte! Sia nel privato sia sul lavoro, il nostro è un mondo di squali».
Qualche pugnalata andata in prescrizione?
«No, ricordo tutto, non dimentico niente, ma non faccio nomi».
Lei è arrivata al successo subito, a soli 20 anni, grazie ai «Cesaroni». La popolarità è stata anche una gabbia?
«Il successo è sicuramente un’arma a doppio taglio perché ogni tanto colpisce la tua libertà personale, mi feriscono certi commenti eccessivamente personali. L’arma più dolorosa del successo sono proprio gli haters. So che non si può piacere a tutti, ma spesso vengono messe in discussione, in modo violento, scelte personali di cui uno non sa niente».
Lei non sarà nella nuova stagione dei «Cesaroni»: rientra nelle pugnalate alle spalle?
«No, assolutamente no. È semplicemente accaduto che hanno fatto una nuova serie, tutto qua. È stata una fiction che a me ha dato tantissimo, sono veramente fiera quando mi dicono che hanno chiamato Eva le loro figlie o quando mi fermano ancora per strada per il mio personaggio. È chiaro che quando entri a far parte della vita di tante famiglie, le persone vorrebbero che quel personaggio non se ne andasse mai. Però la vita non va così, Eva era uscita dalla serie già nella quarta stagione. È una porta che si è chiusa allora».
In «Doppio Gioco» ritrova proprio Max Tortora.
«Non ci vedevamo da un po’ di anni, ma la sintonia si è riaccesa subito. Qui è proprio duro, infatti ogni tanto si preoccupava, mi diceva: ma non è che sono troppo cattivo?».
Ha un sogno da attrice?
«Un film con Tornatore. Pagherei, anche solo per portargli il caffè sul set».
Ha recitato in «To Rome with Love»: a Woody Allen gliel’ha portato il caffè?
Ride: «Non l’non ho mai visto bere caffè, in compenso ho visto arrivare molta pizza a taglio... È stata un’esperienza meravigliosa, un sogno a occhi aperti. Mi ricordo di essere tornata a casa il primo giorno di set e di essere rimasta sul divano in silenzio per mezz’ora. Ho vissuto la sindrome dell’impostore, pensavo: se si rende conto che non sono capace domani mi caccia dal set. Anche perché di storie se ne sono dette tante, tutte vere tra l’altro: se mentre girava non era contento di un attore lo faceva fuori, alcuni personaggi invece nel montaggio sono stati proprio tagliati dal film. Io l’ho schivata».