Il Messaggero, 21 maggio 2025
Auto, lite a Bruxelles sugli aiuti alle utilitarie
I termini della contesa – almeno quelli di “sistema” – li ha ribaditi Luca de Meo, ad di Renault, ieri in audizione alla Camera: «Parliamo di 13 milioni di posti di lavoro, 8 per cento del Pil. Se in Europa perdiamo l’industria dell’automotive ci metteremo 10 anni solo per compensare la perdita».
L’industria europea dell’auto – oltre 16 milioni di veicoli prodotti all’anno e un surplus commerciale di 81 miliardi – è ormai spaccata in due. Da un lato, ci sono Stellantis e Renault, che spingono i governi di Italia, Francia e Spagna a fare pressione sulla Ue per rilanciare il mercato delle utilitarie, prossima preda di Pechino. «Abbiamo una finestra di 3-5 anni per reagire alla potenza del sistema cinese». Dall’altro, i grandi costruttori tedeschi – Volkswagen con Audi, Daimler-Mercedes e Bmw – più focalizzati su vetture premium, di alta gamma. Che a differenza delle “piccole” si vendono facilmente anche fuori dai confini europei, negli Stati Uniti come in Cina e nel Far East asiatico. E in mezzo c’è la Commissione, che dopo aver congelato le multe ai costruttori sulle emissioni, traccheggia e soltanto nella seconda parte del 2025 deciderà sulle sfide del settore: transizione all’elettrico e motorizzazioni ibride da mantenere dopo il 2025 che potranno continuare a circolare dopo il 2025, su tutte.
LE RICHIESTE
De Meo ha chiesto alla Ue regole chiare. E ha rilanciato un tema che sta a cuore al fronte Renault-Stellantis, già lanciato da lui e John Elkann in un’intervista a due voci a Le Figaro: accelerare la decarbonizzazione e salvare gli stabilimenti europei «fornendo un quadro favorevole a produzione e acquisto di piccole auto elettriche in Europa». Nel “quadro favorevole” rientrano tutti gli aiuti al settore. In via informale i due costruttori avrebbero chiesto alla Ue per allentare, senza mettere a rischio gli automobilisti, i requisiti minimi su sicurezza ed emissioni per i segmenti A e B. Le norme Ue finiscono per alzare i prezzi delle utilitarie e tagliano i margini dei costruttori. Problemi sconosciuti alle ammiraglie made in Germany. Non a caso de Meo ha ricordato che «gli europei fanno fatica ad acquistare auto di piccole dimensioni», assemblate in casa. E «Francia, Italia e Spagna, un tempo grandi produttori di auto, si sono svuotate».
Se il fine è comune, nella strategia di Stellantis e Renault ci sono differenze sugli strumenti per raggiungerlo. Elkann spinge per tenere in commercio dopo il 2035 anche le ibride e vuole decarbonizzazione il parco auto, sostituendo circa 250 milioni di veicoli inquinanti con modelli Euro 6 a basso impatto. Per de Meo resta centrale l’elettrificazione: una vettura «per l’uso quotidiano di meno di 4 metri, limitate a 110 chilometri all’ora e con batterie da 30 kWh. Da realizzare in Europa solo con l’"Airbus dell’auto": un consorzio di costruttori per affrontare assieme e tagliare i costi per esempio sulle «architetture software», come avviene per il colosso dei cieli.