repubblica.it, 20 maggio 2025
Francia, “watergate” sull’Eliseo. Inchiesta del Senato: nascosti illeciti di Nestlé sulle minerali
È uno scandalo che arriva fino ai vertici dello Stato. Il rapporto di una commissione d’inchiesta del Senato francese accusa le autorità e in particolare l’Eliseo di aver deliberatamente occultato l’uso di trattamenti illeciti su alcune acque minerali, tra cui quelle del gigante Nestlé Waters. Una “dissimulazione organizzata”, che coinvolgerebbe anche l’Eliseo. “La presidenza della Repubblica, tutt’altro che impermeabile al lobbying di Nestlé, ha seguito da vicino il dossier e sapeva, almeno dal 2022, che l’azienda violava da anni la normativa europea”, affermano i senatori.La commissione è stata istituita nell’autunno scorso, dopo le rivelazioni giornalistiche sull’impiego di trattamenti vietati – come i raggi Uv e il carbone attivo – su acque minerali destinate al consumo, contrariamente a quanto previsto dal diritto europeo, che vieta qualsiasi trattamento in grado di modificarne le caratteristiche.
Secondo la ricostruzione della commissione, i vertici di Nestlé Waters, consapevoli della violazione, avevano chiesto già nel 2021 l’intervento delle autorità, invocando la necessità di “garantire la sicurezza sanitaria” delle acque Perrier, Hépar e Contrex, in seguito a episodi di contaminazione batteriologica nei pozzi. Ma invece di denunciare la frode ai danni dei consumatori, lo Stato avrebbe scelto di coprire il caso. Il rapporto – frutto di sei mesi di lavoro e oltre 70 audizioni – cita una riunione interministeriale del 2021 durante la quale sarebbe stata messa a punto una strategia di silenzio istituzionale. A guidare la riunione anche Alexis Kohler, all’epoca segretario generale dell’Eliseo, che incontrò personalmente i vertici di Nestlé.
Emmanuel Macron, interrogato a febbraio, aveva smentito qualsiasi conoscenza del dossier. Il rapporto senatorio documenta anche la manipolazione, su richiesta dell’azienda, di un rapporto ufficiale regionale: nel 2023, le autorità hanno rimosso dalla versione finale la lista delle contaminazioni da batteri ed erbicidi riscontrate nelle sorgenti Perrier. Nestlé ha potuto quindi continuare a vendere le sue acque con l’etichetta di “acqua minerale naturale”, mentre per legge è vietato qualsiasi trattamento che ne alteri la composizione. Secondo i senatori, si è verificata una vera e propria “inversione del rapporto tra Stato e industria nella definizione delle norme”: Nestlé avrebbe persino imposto come condizione per cessare i trattamenti vietati l’autorizzazione ufficiale alla nuova microfiltrazione da 0,2 micron, sebbene lo standard europeo sia 0,8.
In un comunicato, la direttrice generale di Nestlé Waters, Muriel Liénau, ha dichiarato di “prendere atto” del rapporto, che secondo lei “riconosce l’importanza di una regolamentazione più chiara e stabile per l’intero settore”. Durante la sua audizione del 19 marzo, Liénau aveva assicurato che “tutte le acque del gruppo sono pure alla fonte”. Ma lunedì, la senatrice Antoinette Guhl ha annunciato l’intenzione di denunciare la dirigente per “possibile falsa testimonianza”. La fonte Perrier, intanto, resta in attesa – entro il 7 agosto – del rinnovo dell’autorizzazione a essere commercializzata come acqua minerale naturale. La prefettura ha concesso due mesi per smantellare il sistema di microfiltrazione attualmente in uso.