il Fatto Quotidiano, 20 maggio 2025
Spazio, task-force di Meloni a Chigi per gestire Musk
Accentrare a Palazzo Chigi la gestione delle politiche sullo Spazio, fondamentali soprattutto per la trattativa con i satelliti a bassa quota di Starlink di Elon Musk. E affidare il dossier a un suo fedelissimo, il consigliere militare Franco Federici. È questo l’obiettivo principale di un decreto del presidente del Consiglio voluto da Giorgia Meloni firmato il 2 aprile scorso dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e registrato nei giorni scorsi dalla Corte dei Conti. Il dpcm di 7 pagine e 9 articoli istituisce sotto la Presidenza del Consiglio un “punto di contatto unico in materia di resilienza dei soggetti critici”, cioè una sorta di ufficio che servirà per coordinarsi con i ministeri competenti – Difesa e Imprese su tutti – ma soprattutto con le principali imprese del settore. E questo “punto di contatto” sarà affidato al consigliere militare della presidente del Consiglio.
Simile all’Ufficio per le politiche spaziali e aerospaziali, che a inizio legislatura aveva creato tensioni all’interno del governo tra Fratelli d’Italia e gli alleati Lega e Forza Italia: alla fine l’aveva spuntata il ministro Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) che nei mesi scorsi ha fatto partire una sorta di ricognizione per avviare un progetto italiano sui satelliti, letto in contrapposizione con quello di Musk.
Ora Meloni accentra tutto nelle mani del suo consigliere militare Federici, che sta già incontrando aziende del settore. Il decreto dà attuazione a una direttiva europea che chiede agli Stati membri di individuare i soggetti critici che forniscono servizi essenziali per la società e capire quali sono i casi in cui incidenti potrebbero avere effetti negativi sugli stessi servizi. I settori sono diversi: dall’energia ai trasporti passando per le infrastrutture, la finanza, la pubblica amministrazione, le telecomunicazioni e, appunto, lo spazio. Nel 2024 il governo aveva già approvato un primo decreto legislativo per attuare la direttiva che stabiliva che la presidente del Consiglio, in quanto “responsabile” dei soggetti critici, potesse affidare le deleghe a un ministro o a un sottosegretario di Stato. Da qui la gestione al suo braccio destro Mantovano e poi il dpcm del 2 aprile.
Così, con questo decreto, Mantovano istituisce una sorta di task force che dovrà vigilare su tutti questi settori essenziali per lo Stato evitando che possano accadere “incidenti” come hackeraggi e controllare sullo standard delle procedure. In particolare, tra i settori da vigilare ci sarà lo spazio che, nel decreto, viene inteso anche come “operatori di infrastrutture terrestri possedute, gestite e operate dagli Stati membri o dai privati che sostengono la fornitura di servizi spaziali”. Un decreto significativo visto che il governo ha aperto una trattativa con Starlink con contratti che, secondo Bloomberg, valgono circa 1,5 miliardi di euro per acquisire la tecnologia dei satelliti a bassa quota. La trattativa però si è arenata negli ultimi mesi soprattutto per il veto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la cautela di Fratelli d’Italia. Della questione Starlink si è parlato anche in occasione dell’ultimo Consiglio Supremo di Difesa dell’8 maggio scorso: secondo fonti di governo, in quell’occasione si è deciso di aspettare ancora sulla tecnologia offerta da Musk. Adesso se ne occuperà Palazzo Chigi.