Avvenire, 20 maggio 2025
Gli Usa frenati dal macigno del debito Bond ai massimi e rebus tagli fiscali
In un contesto di crescenti preoccupazioni per le prospettive fiscali degli Stati Uniti, dopo la perdita del rating di primo livello sancita da Moody’s, i titoli di Stato americani scivolano e le Borse risentono di questa fase, andando in negativo. Gli investitori scaricano gli asset statunitensi, preoccupati per la sostenibilità del debito e per il mantenimento dello standing degli Usa quale principale destinazione dei capitali globali. II rendimenti dei titoli trentennali Usa ha toccato ieri il 5,02%, ai massimi dal novembre del 2023, mentre perdono terreno i future su Wall Street e resta sotto pressione il dollaro, a 1,125 sull’euro (0,8%). Il rendimento del Treasury decennale è salito al 4,55%, il livello più alto da metà febbraio.
Venerdì Moody’s ha abbassato il rating degli Stati Uniti da Aaa ad Aa1, citando l’aumento del debito pubblico, che ha raggiunto i 36mila miliardi di dollari, e il crescente deficit di bilancio. «Il mercato obbligazionario ha tenuto d’occhio con attenzione ciò che accade a Washington, in particolare quest’anno», sottolinea Carol Schleif, responsabile della strategia di mercato di Bmo Private Wealth, secondo la quale il declassamento potrebbe rendere gli investitori più cauti. La mossa di Moody’s segue peraltro una scelta analoga da parte dell’agenzia Fitch nel 2023, che aveva già portato a costi più alti di indebitamento sia per il settore pubblico che per quello privato statunitense. Ad aggravare le preoccupazioni sulla tenuta dell’economia Usa, la proposta di legge del presidente Donald Trump sul taglio delle tasse, che include centinaia di miliardi di dollari di nuovi tagli fiscali non finanziati e che è stata approvata domenica dalla commissione del Congresso. L’amministrazione Trump sostiene che i tagli fiscali stimoleranno la crescita economica, aumenteranno le entrate statali e, in ultima analisi, ridurranno il deficit. Il Comitato per un Bilancio Federale Responsabile, un think tank apartitico, stima che il disegno di legge potrebbe aggiungere circa 3.300 miliardi di dollari al debito del Paese entro il 2034, o circa 5.200 miliardi di dollari se venissero prorogate le disposizioni temporanee. Secondo Moody’s, le varie amministrazioni succedutesi non sono riuscite a invertire la tendenza all’aumento del deficit fiscale e dei costi degli interessi, mentre le proposte fiscali in esame non porteranno a riduzioni sostanziali del deficit. Tutto ciò si riflette nell’andamento dei rendimenti dei titoli di Stato Usa, una sorta di indice dei ritorni che gli investitori richiedono in cambio del rischio di mantenimento di debito a lunga scadenza. «Sicuramente si potrebbe osservare una reazione nei rendimenti a un aumento piuttosto consistente del deficit, in un momento in cui stiamo già registrando deficit piuttosto significativi», evidenzia Garrett Melson, stratega di portafoglio presso Natixis Investment Managers Solutions.
Un portavoce della Casa Bianca ha respinto le preoccupazioni relative al disegno di legge. «Gli esperti si sbagliano, proprio come si sbagliavano sull’impatto dei dazi di Trump, che hanno generato investimenti per migliaia di miliardi di dollari, una crescita record dell’occupazione e zero inflazione», ha dichiarato Harrison Fields, vicesegretario stampa del presidente Usa. La Casa Bianca ha definito il declassamento di Moody’s come politico: il direttore della comunicazione, Steven Cheung, ha reagito alla decisione dell’agenzia di rating con un post sui social media, prendendo di mira l’economista di Moody’s, Mark Zandi, e definendolo un oppositore politico di Trump: «Nessuno prende sul serio le sue analisi». Per l’amministrazione Trump, il rating è un indicatore «ritardato»: «È l’amministrazione Biden e la spesa pubblica che abbiamo visto negli ultimi quattro anni che abbiamo ereditato, un deficit del 6,7% sul Pil, il più alto quando non eravamo in recessione, non in guerra», ha detto il segretario al Tesoro Scott Bessent.
Il presidente della Camera Mike Johnson punta a far approvare alla Camera il disegno di legge sul taglio delle tasse prima del Memorial Day, il 26 maggio, mentre Bessent esorta ad aumentare il tetto del debito pubblico del governo federale entro metà luglio. Il governo statunitense ha raggiunto il tetto di indebitamento previsto dalla legge a gennaio e ha iniziato a impiegare «misure straordinarie» per evitare di superarlo. Bessent ha indicato che il governo potrebbe raggiungere la cosiddetta data X – ovvero la data in cui esaurirà la liquidità necessaria per far fronte a tutti i suoi obblighi – entro agosto.
Sebbene vi sia un ampio consenso tra i repubblicani sulla proroga dei tagli fiscali di Trump del 2017, il partito è diviso su come realizzare tagli alla spesa che contribuiscano a compensare la perdita di entrate. Il margine di manovra sugli stessi tagli è limitato: la spesa obbligatoria, compresi i programmi di assistenza sociale che Trump si è impegnato a non toccare, ha rappresentato la stragrande maggioranza della spesa di bilancio totale dello scorso anno. Sul fronte della politica monetaria, i mercati continuano intanto a prevedere due tagli dei tassi di interesse da parte della Fed quest’anno, con riduzioni previste a settembre e dicembre, ma su questo versante occorrerà attendere gli eventuali effetti dei dazi sull’inflazione.