repubblica.it, 19 maggio 2025
Palm Springs, era un “pro-mortalista” l’attentatore al centro per l’Ivf. Caccia alla complice
Si definiva un “pro-mortalista”, cioè uno convinto che morire fosse la soluzione migliore per mettere fine alle proprie sofferenze. Ma Guy Edward Bartkus, 25 anni, non voleva andarsene da solo, forse terrorizzato inconsciamente dalla sua stessa volontà nichilista. Così nel suo personale timing, in cui tutto sarebbe finito, ha pensato di decidere il destino di altre persone, caricando un’auto bomba e piazzandola davanti a un centro per la fecondazione in vitro a Palm Springs, città di palme e strade assolate nel sud della California.
Il congegno rudimentale è esploso, seminando rottami per oltre trecento metri, ferendo quattro persone che si trovavano nei paraggi. E ucciso una persona: l’attentatore. È il più grave episodio del genere nella storia della California. L’identità dell’autore, che all’inizio aveva fatto pensare a un fanatico pro-vita, ha indirizzato l’Fbi verso una pista meno battuta e più oscura: quella dei pro-mortalisti. Poco prima di mettere a segno il suo disegno, Bartkus aveva registrato un nastro di trenta minuti pieno di farneticazioni. “Sono arrabbiato di esistere – ha confessato – e che nessuno mi ha chiesto il permesso di essere qui”. La vita, ha aggiunto, è una “malattia” e l’obiettivo finale dovrebbe essere “sterilizzare il pianeta dalla malattia della vita”.
Bartkus ha criticato la procreazione, in particolare la fecondazione in vitro, definendola “estremamente sbagliata” e bollando come “stupidi” quelli che cercavano un figlio in provetta. “Queste – ha detto – sono persone che fanno figli dopo averci riflettuto su. Quanto può essere più stupido di così?”.
L’attentatore ha citato un’amica di nome Sophie, che avrebbe condiviso la sua visione nichilista. Secondo Bartkus, i due erano d’accordo: se uno di loro fosse morto, l’altro l’avrebbe seguito a breve. È un dettaglio inquietante che tiene aperta la storia: la polizia la sta cercando. Secondo i media locali, il giovane aveva provato a filmare l’attentato piazzando su un cavalletto la telecamera, ma non è riuscito a caricare le immagini sul suo sito web. L’Fbi parla di “atto intenzionale di terrorismo” ma non si è addentrata nel labirinto dei pro-mortalisti.
Bartkus abitava a un’ora di auto da Palm Springs, in una zona popolata di marinesi e veterani. Si è messo al volante di una Ford Fusion Sedan da solo sabato mattina e ha coperto tutto il tragitto, forse consapevole che le immagini che gli passavano sotto gli occhi mentre guidava – il traffico, la gente a passeggio pigramente con il cane, le palme, l’asfalto bianco, le ville dal tetto basso con giardino – sarebbero state le ultime della sua esistenza. Bartkus ha piazzato l’auto nel parcheggio di una zona residenziale piena di cliniche sulla North Indian Canyon Drive. Tra queste c’era la sede di American Reproductive Centers, specializzata in fecondazione in vitro. Poco distante, ristoranti e bar che si riempiono nei weekend, e il quartiere di Movie Colony, dove una volta vissero Frank Sinatra e Cary Grant. L’esplosione è stata avvertita fino a un chilometro e mezzo di distanza e ha danneggiato l’edificio della clinica, ma non gli embrioni custoditi al suo interno.