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 2025  maggio 19 Lunedì calendario

Cdm spaccato, il governo impugna la legge sul terzo mandato in Trentino. La Lega vota contro

Consiglio dei ministri spaccato. La Lega contro tutti. Il governo ha impugnato di fronte alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento che ha innalzato da due a tre il limite dei mandati consecutivi possibili per il presidente. Che tradotto significa che Maurizio Fugatti non potrà ricandidarsi ma lo stesso vale per Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, altra regione che gode dell’autonomia e dove ieri gli assessori leghisti hanno ritirato le deleghe.Sul provvedimento la Lega ha votato contro con le proteste del ministro Roberto Calderoli a cui ha risposto il collega dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Parere favorevole è arrivato invece dagli alleati, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
A stretto giro è intervenuto lo stesso presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che considera la decisione del Cdm “un atto contro il Trentino, contro l’autonomia del Trentino. Nei prossimi giorni valuteremo il da farsi”. E alla domanda se questo possa portare a una crisi di governo taglia corto: “I ministri della Lega presenti hanno votato contro e hanno cercato di difendere le prerogative del nostro territorio. Non mi occupo di tematiche nazionali, non è un tema di cui mi occupo io”. Le parlamentari leghiste, Vanessa Cattoi ed Elena Testor, rimarcano in una nota che “l’impugnativa è una scelta politica” specificando poi che “tra le competenze primarie figurano anche quelle in materia elettorale. Contestare la legge sul terzo mandato in Trentino equivale a violare i principi statutari della nostra autonomia e a equiparare la nostra regione alle altre, trascurando il valore distintivo delle regioni a statuto speciale. Queste ultime detengono una competenza legislativa esclusiva in tale ambito, come indirettamente riconosciuto dalla Corte costituzionale nella sentenza relativa alla Campania. L’autonomia del Trentino è un valore non negoziabile e fondamentale. Questo sia chiaro anche ai colleghi di maggioranza”. Di poche parole il leader e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini: “Il terzo mandato? nessun problema, sono questioni locali”.
Le reazioni delle opposizioni
Ma per le opposizioni quanto successo sancisce la crisi della maggioranza. “Un vice premier che vota contro il proprio governo in un paese normale si dovrebbe dimettere”, sostiene il capogruppo al Senato del Pd Francesco Boccia.
Via libera al decreto legge Infrastrutture e Lep
È stato approvato poi anche il decreto legge Infrastrutture. Per il ministero dei Trasporti si tratta di “un provvedimento urgente e strategico voluto dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, per imprimere una forte accelerazione alla realizzazione di infrastrutture chiave, ottimizzare la gestione dei contratti pubblici, assicurare l’efficienza del sistema dei trasporti e valorizzare il demanio, in linea con gli obiettivi del Pnrr e gli impegni europei”. Tra gli interventi norme che riguardano il Ponte sullo Stretto, Milano Cortina 2026, GP Formula 1, Contratti pubblici, Autotrasporto, Motorizzazione civile, Concessioni autostradali, Ordinamento portuale, Demanio marittimo, Trasporto aereo e ferroviario.
Approvato inoltre il disegno di legge delega sui Livelli di assistenza (Lep) legati all’Autonomia differenziata.