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 2025  maggio 19 Lunedì calendario

Charlotte il piccolo genio le prime poesie di Brontë

Pochi adolescenti vorrebbero che il mondo leggesse le loro poesie. A 13 anni, invece, Charlotte Brontë raccolse i suoi versi in un’antologia dall’apparenza umile, che tuttavia già lasciava intravedere l’ambizione di diventare una scrittrice, in un’epoca in cui erano poche le autrici donne che si rivolgevano a un vasto pubblico. Scritte nell’inverno del 1829, le poesie del Book of Rhymes di Brontë furono redatte in caratteri minuscoli su foglietti di carta non più grandi di carte da gioco, cuciti a mano e rilegati con un indice scritto con cura. Probabilmente l’autrice diJane Eyre non aveva intenzione di pubblicare le sue poesie giovanili, dato che sulla copertina interna aveva scritto “venduto da nessuno e stampato da lei stessa”. Ora, circa due secoli dopo, l’antologia avrà per la prima volta i suoi lettori.
A 209 anni dalla nascita della scrittrice, infatti, il Brontë Parsonage Museum, in Inghilterra, pubblica la trascrizione delle dieci poesie della raccolta, accanto alle immagini delle pagine originali. L’antologia contiene una poesia sulla bellezza del mondo naturale, un tentativo di epopea e un componimento intitolato A Thing of Fourteen Lines – Commonly Called a [Sonnet?] (Una cosa di quattordici versi – comunemente chiamata [sonetto?]). Il libricino mostra le cancellature e le riorganizzazioni di Brontë, con versi espunti e riscritti. Conservando le correzioni, il piccolo manoscritto rivela un’aspirante autrice già alle prese con i personaggi e la prospettiva. «Tracciano il suo sviluppo come scrittrice», nota Ann Dinsdale, la curatrice del Brontë Parsonage Museum. Il manoscritto originale, di cui si erano perse le tracce per oltre un secolo, sarà esposto al museo di Haworth. L’esistenza delle poesie era nota grazie a una biografia di Brontë scritta dalla romanziera vittoriana Elizabeth Gaskell e pubblicata nel 1857.
La Gaskell descriveva infatti un catalogo delle prime prove letterarie di Brontë, scritte a partire dall’età di 10 anni. Queste opere giovanili, tra cui A Book of Rhymes, furono in seguito apprezzate dai collezionisti. In particolare, il piccolo manoscritto fu messo all’asta a New York nel 1916, poi scomparve. È riapparso nel 2022, alla Fiera Internazionale del Libro Antico di New York, e nello stesso anno è stato poi messo in vendita all’asta da un collezionista rimasto anonimo e aggiudicato per 1,25 milioni di dollari. La Friends of the National Libraries, un’organizzazione britannica senza scopo di lucro, ha raccolto la somma grazie alle donazioni di nove benefattori, tra cui la Garfield Weston Foundation e la fondazione che si occupa dell’eredità culturale di T.S. Eliot,per impedire che il libro finisse nuovamente in una collezione privata. Il volumetto è stato poi donato al Brontë Parsonage Museum, che ha sede nella canonica dove la famiglia Brontë visse nel XIX secolo. Nella loro casa di Haworth, i fratelli Brontë – Charlotte, Emily, Anne e il fratello Branwell – creavano piccole riviste che contenevano mondi elaborati: i loro lettori immaginari erano un gruppo di soldatini con cui giocavano inventando avventure. I bambini raccoglievano ogni pezzo di carta che trovavano, scrivendo sui sacchetti dello zucchero e rilegando i loro libri con ritagli di carta da parati, spiega ancora la curatrice del museo Ann Dinsdale. La loro calligrafia era “in scala” per i soldatini, ma rendendo il testo così piccolo impedivano anche agli occhi indiscreti degli adulti di sbirciare nel loro piccolo mondo.
Brontë scrisse A Book of Rhymescon la voce di due soldatini, il marchese di Duro e Lord Charles Wellesley, e immaginò che partissero per una spedizione attraverso una foresta canadese dove «i rami si intrecciano sopra la testa/proiettando un’ombra solenne/sul sentiero solitario che percorro» o per un viaggio, in esilio attraverso la Babilonia biblica. Secondo Dinsdale, le prime opere delle giovani Brontë riflettono le loro letture dell’epoca. Un’abitudine, quella della lettura, sostenuta dal padre, Patrick Brontë, un pastore appassionato di osservazioni naturalistiche che portava i suoi bambini a fare lunghe passeggiate nelle brughiere intorno alla casa.
In particolare, incoraggiava Charlotte a osservare il paesaggio naturale, che poi divenne un tratto distintivo della sua scrittura. Molto prima che i suoi personaggi si sporcassero le gonne nei paesaggi bucolici dei suoi romanzi, l’adolescente Charlotte Brontë catturò l’ambiente naturale nelle sue poesie Autumn, a Song e
Spring, a Song. «Nel frattempo il torrente impetuoso che ruggisce / le sue onde nere spumeggianti in alta maestà», scrive in una poesia intitolata A Bit of a Rhyme. Il verso è imperfetto, ma Brontë, già riflessiva, ne era consapevole tanto da scrivere nell’introduzione: «Quelli che seguono sono tentativi di rima di natura inferiore, bisogna ammetterlo, ma sono comunque i migliori che ho scritto».
Il Brontë Parsonage Museum ha collaborato con un editore locale e ha chiesto alla musicista e poetessa Patti Smith di scrivere la prefazione. Nella prefazione, Smith scrive che gli scritti adolescenziali della Brontë l’hanno riportata alla sua infanzia, quando l’immaginazione le offriva una via di fuga dalla realtà. Le poesie mostrano una scrittrice lucida e determinata a usare l’inventiva «come un’arma benevola», scrive Smith. «Non si tratta semplicemente di una manciata di versi giovanili», aggiunge, «ma della manifestazione di una sognatrice ambiziosa».