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 2025  maggio 19 Lunedì calendario

Friuli, Lega contro FdI terremoto in giunta Fedriga: no ai giochetti

Crisi di giunta in Friuli Venezia Giulia. Un terremoto politico che, da Trieste, sta già facendo sentire tutta la sua potenza d’urto anche a Roma. Il motivo è semplice: a scontrarsi sono Fratelli d’Italia e la Lega, primo e secondo partito della maggioranza di governo. Ieri pomeriggio, dopo due giorni molto tesi, gli assessori leghisti, quelli di Forza Italia e della Lista Fedriga hanno rimesso il loro mandato nelle mani del presidente Massimiliano Fedriga, aprendo la crisi. Il tutto a due giorni dall’incontro del governatore a Venezia con Giorgia Meloni, atteso per domani.
Il casus belli è stata un’intervista del ministro Luca Ciriani – personaggio di peso in Fratelli d’Italia e fratello dell’ex sindaco di Pordenone Alessandro, attualmente eurodeputato meloniano dalle forti influenze sul territorio – in cui critica duramente la gestione della sanità regionale. Non chiama in causa né il governatore, né l’assessore alla Sanità Riccardo Riccardi (in quota Forza Italia), ma se la prende con il direttore generale del nuovo ospedale di Pordenone, Giuseppe Tonutti: «Chieda scusa per i suoi errori», è stata la frase che aveva fatto saltare tutti sulle sedie. Modus operandi che, a essere onesti, non brilla per originalità: in Lombardia, i Fratelli non perdono occasione per rintuzzare l’assessore al Welfare Guido Bertolaso affinché Attilio Fontana intenda.
Pare, comunque, che Ciriani non sia nuovo a sparate di questo genere. E l’intervista è solo l’ultima stoccata di una schermaglia, fatta di sgarbi istituzionali, diventata via via sempre più intensa all’interno della maggioranza regionale. Chiaramente, suggeriscono fonti informate, la querelle sull’ospedale è solo il pretesto. L’altro nodo è il terzo mandato da governatore di Massimiliano Fedriga, che esattamente come il doge Zaia, gode di un consenso personale molto ampio. A chi ha buona memoria non sfuggirà che, i primi di gennaio, lo stesso ministro Ciriani aveva lanciato una granata – sempre a mezzo stampa – sui leghisti veneti dicendo «Il candidato per il dopo Zaia spetta a FdI. Scordatevi la proroga». Così si era aperto il vaso di Pandora. Stessa dinamica, stavolta, solo un po’ più a Est. Il tempismo di questa crisi suggerisce che per FdI è il momento per iniziare a minare i piani del governatore leghista, tentato dall’approvazione di una legge sul terzo mandato, sul modello di quella di Maurizio Fugatti per la Provincia Autonoma di Trento. Ma il governo potrebbe già oggi decidere in Consiglio dei ministri per l’impugnazione della legge trentina – come suggerito dalle parole del capogruppo meloniano alla Camera Galeazzo Bignami: «È una logica conseguenza», Esattamente come fatto per quella della Campania voluta da Vincenzo De Luca. Un intervento che però si era limitato alle Regioni ordinarie, mentre nei casi trentino ed eventuale del Fvg, si parlerebbe di regioni a statuto speciale.
Fedriga, intanto, che pure si è preso 48 ore di tempo per riflettere sul da farsi – il tempo che lo separa dall’incontro con la premier – non si è risparmiato: «Non voglio entrare in queste lotte di potere, voglio amministrare per la comunità che mi ha chiamato a farlo, con un buon consenso e con i risultati che abbiamo ottenuto» ma «non potranno non esserci conseguenze». Prove di dialogo, invece, dal coordinatore regionale di Fratelli d’Italia in Friuli Venezia Giulia, Walter Rizzetto: «L’ottimo operato della giunta deve proseguire fino alla scadenza». Ma dalle parti dal Palazzo del Lloyd di piazza Unità non sono più tanto sicuri che questa crisi possa rientrare senza lasciare segni, anche oltre i confini regionali. A Roma ha fatto così rumore che i capigruppo del Pd alla Camera e al Senato Chiara Braga e Francesco Boccia hanno sfruttato l’occasione per sottolineare «la profondità delle crepe nella maggioranza».
Quanto alle ambizioni dei Fratelli in Friuli Venezia Giulia, il feudo di Fedriga entra a pieno titolo nel risiko delle regioni del Nord che il centrodestra ha intenzione di spartirsi da qui al 2028: questo sarà l’anno del Veneto, che FdI potrebbe cedere alla Lega. A quel punto, si giocherebbe tutto tra Lombardia e Friuli dove, però, i meloniani alle ultime elezioni regionali avevano capitalizzato solo tre assessori a fronte del 18%, meno della Lega (oltre il 19%), e più o meno come la lista Fedriga.
L’attesa è per il CdM di oggi, dove il ministro leghista Roberto Calderoli tenterà l’arringa difensiva del Terzo mandato. Quasi certo che si scontrerà contro il muro di FdI e Forza Italia.