Corriere della Sera, 18 maggio 2025
Meloni vede Merz: grande sintonia. E attacca i «personalismi» di Macron
«Non c’è una discussione sull’invio di truppe in Ucraina». Di più: «L’invio di truppe è fuori da ogni realtà politica e non c’è nessuna possibilità di parlare di questo argomento». Più chiaro di così, Friedrich Merz non avrebbe potuto essere. Il neo cancelliere tedesco è ospite a Palazzo Chigi, accanto a lui la premier Giorgia Meloni che parla di un rapporto di «grandissima sintonia».
Al mattino i giornali traboccano di pezzi sulla non partecipazione della presidente del Consiglio al summit ristretto dei Volenterosi e sulle tensioni con il presidente francese Emmanuel Macron. Queste ultime, Meloni in realtà non fa di tutto per nasconderle e «prende atto» che Macron abbia detto che si è parlato soltanto di cessate il fuoco: «A maggior ragione noi continuiamo a essere disponibili, come sempre, a partecipare a qualsiasi formato con i nostri partner». Anzi: «Mi pare abbastanza chiaro che tenere unito l’Occidente sia stata per l’Italia sempre una priorità». E dunque, la premier non si trattiene: «Forse è necessario, in un momento delicato come questo, abbandonare i personalismi che rischiano di minare l’unità dell’Occidente».
Merz non rinnega il format dei Volenterosi, anzi «vogliamo approfondirlo. Era nato a tre e abbiamo coinvolto la Polonia che è un paese tanto vicino al conflitto». Ma l’Italia per il cancelliere «è assolutamente da coinvolgere, ci saranno colloqui a livello europeo, non possiamo farci separare, né ci sono membri di serie A o di serie B». Il leader tedesco, che ringrazia per i loro recenti rapporti su mercato unico e competitività anche gli ex premier Letta e Draghi, sottolinea che l’Italia «è un partner strategico da sempre».
Nel giorno della concordia, il cancelliere ha anche modo di assicurare, diversamente da quanto riportato sui giornali in Germania, che i socialisti tedeschi non hanno mai chiesto che l’Italia fosse esclusa dal nocciolo dei partner strategici di Berlino: «In nessun momento nessuno ha mai parlato di esclusione dell’Italia, erano notizie del tutto sbagliate. E non parlo per me, ma per tutto il governo». Certo, Merz cita una delle storiche doglianze tedesche, gli immigrati che dall’Italia passano in Germania: «Ci sono i movimenti secondari. Non ne abbiamo parlato ma troveremo una soluzione». Musica per le orecchie di Meloni, «le frontiere esterne dell’Unione sono le nostre frontiere». Così come una soluzione i due paesi «la troveranno» su un altro dossier delicato, il tentativo di scalata di Unicredit a Commerzbank.
Se un’incrinatura c’è, è sulla lettera per le interpretazioni dei magistrati delle leggi sui migranti. Merz al momento «non ne vede il motivo, le corti decidono in autonomia. Noi vogliamo una politica europea per gli immigrati. Se questo argomento interessa i tribunali, la soluzione sarà nel rispetto delle leggi». E dunque Meloni precisa: «La nostra è una proposta ai partner per interrogarci sulla capacità delle Convenzioni europee di affrontare le sfide che abbiamo di fronte. Sia chiaro: non c’è nessuna ingerenza nei confronti dei giudici, è un dibattito politico». In una giornata densissima, Meloni ha anche incontrato due premier da poco eletti: il libanese Joseph Aoun e il canadese Mark Carney.