La Stampa, 17 maggio 2025
John Elkann - Giovanni Soldini. Compagni di viaggio
«Certo che dieci anni fa eravamo più giovani», dice John Elkann guardando Giovanni Soldini. Il presidente di Stellantis sfoglia il libro che racconta del suo sodalizio con il navigatore ormai non più solitario, visuto con una serie innumerevole di record e di regate appunto durata una decade e dalle vele col Tridente.
Un sodalizio destinato a continuare, ora con Ferrari. «In questi dieci anni abbiamo preso due barche molto buone e siamo riusciti a migliorarne le performance, non solo sotto il profilo della velocità, ma anche dell’affidabilità e dei consumi energetici. È anche vero che ci entusiasmava pensare che avremmo potuto cominciare da zero e costruire qualcosa che ancora non esiste», dice Elkann. Fine delle domande sulla barca che verrà nel segno del Cavallino. Appuntamento a fine giugno a Maranello, quando sarà svelata.
Compagni di viaggio, compagni di Oceano. Armatore e skipper si sono rivisti a Torino, al Salone del Libro, per presentare “Oltre i limiti” (Nutrimenti), il volume firmato da Soldini, con prefazione di Elkann che ripercorre i dieci anni corsi a tutta velocità dalle barche Maserati. Un’idea nata durante una traversata dell’Atlantico. «La prima che facevo – ricorda Elkann -. Mi sono avvicinato alla vela da bambino, sugli Optimist, piccole barche che sembrano vasche da bagno. Poi, crescendo, ho navigato con mio nonno Giovanni, sullo Stealth (il veliero dallo scafo e le vele neri, ndr) e sentivo i racconti di chi aveva solcato i mari. Mi avevano affascinato e quando mi si è presentata l’occasione non me la sono lasciata sfuggire». Il racconto prosegue con la voce di Soldini, che rivela come lo Stealth della loro avventura fosse stato inseguito anche da un branco di orche. «Ci stavano dietro. Io non lo sapevo, ma Giovanni ci diceva che non dovevamo fare rumore perché potevano scambiare la barca per balene e che se ci fossimo fermati ci avrebbero anche potuto attaccare… Per fortuna abbiamo avuto vento a favore, non ci siamo mai fermati e le orche alla fine si sono stancate di starci a poppa». E Soldini: «Ero un po’ preoccupato. John mi aveva solo detto: “Speriamo che non abbiano fame…"».
Da quella traversata è arrivata la prima barca Maserati. «Abbiamo parlato molto, di mille cose. John è venuto da solo, si è perfettamente integrato nell’equipaggio. Ci siamo divertiti e alla fine di questo viaggio un po’ tutti gli abbiamo detto: “Tu ci potresti aiutare…"». Il nastro si avvolge velocemente: Cadice-San Salvador, Miami-New York (quando Elkann si è gettato in mare con la tuta di sopravvivenza per trasbordare su un’altra barca che era venuto a prenderlo per farlo salire poi su un aereo. «C’erano corrente fredda, onde, gli squali. Guido Broggi, il mio braccio destro, mi ha guardato e mi ha detto: “Col cavolo che io mi tufferei"», rivela Soldini), New York-San Francisco, San Francisco-Shanghai. Sono i record con il primo scafo Maserati, un Vor di 70 piedi.
«Quattro giri del mondo, sei continenti, 27 regate di cui 9 vinte e otto primati», snocciola il rosario dei risultati Elkann. Record e regate. «A me piacciono entrambe le cose, con i primi ti misuri contro il tempo, nelle seconde c’è l’avversario», dice il navigatore. «Be’, però quando vedi la barca rivale che ti sta dietro è una bella botta di adrenalina», ammette Elkann. «Quale mi è piaciuta di più tra quest’ultime gare? La Middle Sea Race perché è anche l’unica che ho vinto», scherza il presidente di Stellantis. Fino ad un certo punto. «Giovanni mi ha detto che ieri hanno provato a battere il nostro primato sulla Plymouth-La Rochelle, non ce l’hanno fatta per 17 secondi», dice un Elkann sorridente.
Record e regate ancora con Maserati Multi 70, il maxi-trimarano che “vola”, alzandosi sull’acqua. «Era la prima volta che volavo, grande emozione» dice Elkann. «La mia prima volta? Eravamo entrati in una zona di navigazione a velocità ridotta: noi correvamo a 38 nodi. Sudori freddi», confessa il navigatore. Altre pagine: Cape2Rio, Transpac; la Hong Kong-Londra, la Hong Kong-Vietnam (c’era anche Jovanotti a bordo. «È super-appassionato di vela, molto curioso», il marinaio Lorenzo secondo Giovanni).
Compagni di viaggio, compagni d’Oceano. Anche nel nome della sua salvaguardia. «Le cose non vanno bene. Con Maserati Multi 70 abbiamo cercato la sobrietà energetica, montato pannelli solari e motore elettrico. Abbiamo raccolto dati sui mari. Serve un cambio di cultura, l’aiuto della scienza. Plastica, pesca intensiva. Ce la possiamo fare? La speranza non muore mai», dice Soldini. «In mare abbiamo visto di tutto, dalla plastica a frigoriferi galleggianti. Ma se si ha la consapevolezza dei problemi e ci si dedica a risolverli, ci si può riuscire. La barca Maserati ne è l’esempio». Si può vincere la battaglia, dunque? «È più che una speranza». —