il Fatto Quotidiano, 17 maggio 2025
Dramma Librandi: guerra sul set, il suo biopic non può ancora uscire
Apocalypse now fu girato nella giungla filippina tra tentativi di suicidio, infarti e cicloni tropicali. Ma nella modestissima Saronno da qualche anno c’è un film che sta ridefinendo il concetto di produzione travagliata: Non ti fermare mai, terzo capitolo della trilogia biografica sull’ex deputato Gianfranco Librandi. Mancava solo la scena finale. Rischia di non uscire mai.
Breve riassunto. Librandi – ex Pd, Iv e ora FI, imprenditore milionario con una invidiabile dose di autostima – qualche anno fa ha promosso una trilogia su di sé e la sua famiglia. L’ha realizzata Luciano Silighini Garagnani e ha avuto pure un discreto successo, se si tiene conto che i primi due episodi sono finiti su Chili e Prime Video e hanno goduto di presentazioni di lusso a Venezia e a Cannes. Il problema nasce nel 2022, quando si tratta di chiudere il terzo capitolo della saga. L’idea è che l’ultima scena sia l’elezione di Librandi in Parlamento; peccato che il protagonista – candidato alle politiche – rimanga fuori. Si decide di aspettare un altro po’, magari fino alle Europee 2024. Il regista vorrebbe chiudere, a costo di cavarsela con una scena finale sui buoni sentimenti, modello Frank Capra. Ed è qui che succede il disastro: Silighini rompe con il suo storico collaboratore e produttore, Ivan Brusa, con cui finisce malissimo. Brusa lo accusa di non aver pagato lui e diverse altre persone e “sputtana” Silighini su Striscia, Silighini risponde di essere stato fregato lui, perché al momento di fare fattura Brusa e gli altri sono spariti, rivelandogli di avere sempre avuto una sorta di società fantasma e di non aver alcuna intenzione di pagare le tasse. Nel frattempo, Brusa si porta via tutto il materiale di Non ti fermare mai e di altri progetti girati insieme. Silighini denuncia tutti in procura – Brusa, Striscia e altri collaboratori – accusandoli di vari reati, dallo stalking alla truffa fino alla diffamazione. Il regista chiede pure provvedimento al Garante per la Privacy, perché Mediaset lo ha intercettato fuori da scuola della figlia, minorenne, il cui volto è andato in onda. Nei suoi esposti, Silighini allega copia dei bonifici e assicura di aver sempre pagato tutti gli attori, nonostante un percorso travagliato e partner che si sono sfilati all’ultimo minuto. In attesa che le indagini facciano chiarezza, il film su Librandi è bloccato, sequestrato, impolverato in qualche ufficio.
Un dramma politico e artistico insieme. Al forzista tocca fare da spettatore in tribunale.
Certo è che i tempi della giustizia sono quelli che sono, anche se c’è di mezzo la trilogia su un illustre ex onorevole. Il quale nel frattempo spera di strappare un seggio, così da portarsi avanti con la sceneggiatura: lombardo di Saronno, Forza Italia lo ha nominato vice-coordinatore regionale del partito in Campania. Erasmus che potrebbe sfociare nella candidatura alle prossime regionali, anche per premiare la generosità di Librandi, che da mesi sponsorizza il partito a suon di decine di migliaia di euro e che non ha fatto mancare il sostegno al recente congresso del Partito popolare europeo. Tutto è pronto, insomma: si aspetta solo Librandi Unchained.