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 2025  maggio 17 Sabato calendario

Fretta nucleare: sì alle centrali, ma le scorie chissà

Uno, tre, venti: il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, pare tutt’altro che sicuro del futuro della sicurezza, che sia delle scorie nucleari o del territorio. Qualche settimana fa, infatti, nel corso di una iniziativa de La Stampa, ha detto di star “studiando nuovi depositi di rifiuti radioattivi a bassa intensità”. E ha aggiunto: “Abbiamo ormai scartato l’idea di un centro unico, perché è illogico a livello di efficienza, ma si può pensare di andare avanti con gli esistenti”. A oggi, sono una ventina: raccolgono questi scarti ma anche ciò che arriva dalle vecchie centrali chiuse. Senza contare che l’Italia dovrà riprendersi le 235 tonnellate in Francia e Gran Bretagna e che ancora non c’è il deposito unico nazionale che avrebbe dovuto esser pronto da anni. Pichetto, insomma, parte dai rifiuti prodotti dagli ospedali, ma poi allarga: “Inizio a scartare l’ipotesi dei miei predecessori – dice – perché mi sembra illogico a livello di efficienza e funzionalità aver un solo centro a livello nazionale: significherebbe far viaggiare ogni giorno i rifiuti. Anche la Carta nazionale dei 51 siti idonei è ormai superata”. La soluzione? “La valutazione che sto facendo a livello ministeriale è creare più depositi, oppure andare avanti su quelli già esistenti”. L’ipotesi in campo da qualche tempo è avere, ad esempio, tre depositi: Nord, Centro e Sud. O perlomeno era ciò che il ministro diceva a settembre da Confindustria.
Nel frattempo, però, si spinge sul nucleare di nuova generazione (che, a oggi, non risulta essere privo di scorie), si parla di milioni di Stato da investire, si approvano leggi delega e si creano nuovi sodalizi, per ultimo la “Nuclitalia”, che vede insieme Enel, Ansaldo Energia e Leonardo per occuparsi dello” studio di tecnologie avanzate e dell’analisi delle opportunità di mercato nel settore del nuovo nucleare”.
E in mezzo, cosa manca? Da un anno, manca il Pnacc, il Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici che dovrebbe aiutare a prevenire alluvioni, incendi, siccità e a tutelare l’ambiente e la sicurezza. È stato approvato, ma mai avviato. Soprattutto, senza spiegazioni.