Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  maggio 16 Venerdì calendario

Le sue carte e monete digitali: la Bce teme il dominio degli Stati Uniti

Tra le tante partite incrociate che America ed Europa stanno giocando, ce n’è una che per adesso è rimasta sotto traccia, ma che prima o poi è destinata a balzare agli onori della cronaca: i pagamenti. Da tempo Pietro Cipollone, il membro italiano del board della Bce prova ad avvisare dei rischi che corre il Vecchio continente, privo com’è di un sistema di pagamenti transfrontalieri sovrano. Lo ha fatto di nuovo ieri. «Il non aver creato un sistema europeo dei pagamenti digitali», ha spiegato ieri dal Forum di Parigi sul tema, «ha un prezzo elevato: il dominio di fornitori esteri» che «danneggia la concorrenza con costi più elevati per i merchant e per i consumatori». Non ci sono più soltanto Mastercard e Visa, il settore inizia a essere conquistato anche da app come Apple Pay o Paypal. Questi nuovi sistemi di pagamento sottraggono commissioni e dati alle banche europee. E le cose potrebbero peggiorare, e di molto, se prenderanno piede le stablecoin, le nuove monete digitali basate sul sistema blockchain (lo stesso del Bitcoin), ma il cui valore è ancorato ad una valuta, che nel 90 per cento dei casi è il dollaro. Se queste nuove valute si affermeranno, ha spiegato Cipollone, oltre a perdere commissioni e dati, le banche rischiano di perdere anche i depositi della clientela. Che su questo punto il livello di allarme sia alto, lo dimostra anche il fatto che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non perde occasione per dire che più che dai dazi è spaventato dalle stablecoin.
LA VISIONE DI DONALD
Al contrario Donald Trump, in uno dei suoi primissimi ordini esecutivi, ha stabilito che il governo americano dovrà fare di tutto per spingere queste monete “private”. E per dare il buon esempio ne ha creata una tutta sua, la Usd1. Ben più allarmante, è il fatto che nel settore stiano entrando le BigTech forti di un’ampia base clienti in tutto il globo, a partire proprio dall’Europa.PayPal, per esempio, ha annunciato che entro la fine di quest’anno ha intenzione di offrire la propria stablecoin, PaypalUsd, come opzione di pagamento a oltre 20 milioni di piccoli e medi commercianti. L’Europa, ha ricordato Cipollone è rimasta indietro. E questo nonostante sia aumentata la preferenza per i pagamenti digitali. Ma, come già detto, quasi i due terzi delle transazioni su carta di pagamento sono gestiti da società non europee, con tredici Paesi dell’area euro che dipendono interamente da sistemi di pagamento o soluzioni mobili non europei. I sistemi di pagamenti nazionali (come per esempio bancomat), anche quando disponibili, devono appoggiarsi sui sistemi internazionali per le transazioni online o quelle che varcano i confini nazionali. Le app per smartphone e le soluzioni di e-payment sono dominate da attori esteri come PayPal, Apple Pay e Alipay, che stanno stringendo partnership con le carte di pagamento non europee per rinforzare ulteriormente la posizione: PayPal ha appena annunciato l’avvio dei pagamenti contactless in Germania con tecnologia Mastercard.
LE MOSSE
Come può fare l’Europa a riconquistare la sua sovranità nei pagamenti? Per Cipollone bisogna fare in fretta e lanciare l’euro digitale. «Con la crescente preferenza delle persone per i pagamenti digitali e l’espansione del commercio online», ha spiegato il membro del board della Bce, «il ruolo del contante come soluzione di pagamento universale sta diminuendo. Rischiamo quindi di ritrovarci senza una soluzione europea che ci consenta di pagare in tutta l’area dell’euro in qualsiasi situazione. Per ripristinare il ruolo centrale del contante», ha aggiunto Cipollone, «dobbiamo integrare il contante fisico con il suo equivalente digitale, un euro digitale». Ma bisogna fare presto. È un «momento cruciale», ha ricordato Cipollone. Uno dei molti, verrebbe da dire, in un’epoca di grande incertezza come quella attuale. Ma forse anche uno dei più sottovalutati.