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 2025  maggio 16 Venerdì calendario

Fedele, ultranazionalista e pure copione. Il curriculum del negoziatore dello zar

Più putiniano di Vladimir Putin, ultrazionalista e pure copione. Il curriculum vitae di Vladimir Rostislavovich Medinskij, capo della delegazione russa che ieri si è recata a Istanbul e attualmente consigliere del presidente Putin, è a metà fra l’inquietante e il grottesco. Classe 1970, è nato nell’allora Repubblica Socialista Sovietica Ucraina da una famiglia di militari. Eletto nelle file del partito Russia Unita, quello del presidente Putin, nel 2003, da quel momento la sua carriera è stata un crescendo, anche grazie alla fedeltà assoluta alla visione dello “zar”. In Turchia si era già recato durante il tentativo di mediazione del 2022, ossia quando disse a Kiev che si doveva arrendere, ottenendo l’effetto contrario.
Ultraconservatore, e secondo molti anche antisemita, ha ricoperto la carica di Ministro della Cultura. Durante questo periodo si è speso attivamente per riscrivere la storia alla luce dei valori tradizionali russi, fermamente convinto che il suo sia un popolo superiore agli altri. Molto criticato dal mondo culturale, ma benvisto dal Cremlino, Mendinskij è anche un noto sostenitore della teoria che nega l’esistenza dell’Ucraina. Come Putin, nutre un’avversione smisurata per Lenin, tanto che più volte ha dichiarato che vorrebbe rimuovere la sua salma dal noto mausoleo sito sulla Piazza Rossa. Più indulgente il giudizio su Stalin. Durante un’intervista, il capo negoziatore si era detto favorevole a erigere statue del dittatore sanguinario in quelle città dove la cittadinanza fosse d’accordo. Convinto che il popolo russo sia superiore, un giorno ha dichiarato che i russi sono riusciti a superare tutte le catastrofi che gli sono capitate «perché hanno un cromosoma in più», ignorando che, in questi casi, si parla di Sindrome di Down. L’Europa è considerata una minaccia per la sopravvivenza della Russia e la sua incorruttibilità. Anche per questo, un’altra sua battaglia era quella per la creazione di un “Internet patriottico”, in modo tale da proteggere la cultura e le tradizioni locali. Le posizioni contro l’Occidente non hanno vietato a Medinskij di accettare il titolo di membro onorario del corpo accademico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia nel 2014, proprio mentre la Russia metteva le mani illegalmente sulla Crimea. Il riconoscimento è stato revocato nel 2023, dopo non poche difficoltà per arrivare a questo risultato e la conseguente ondata di sdegno nei confronti dell’ateneo, che è arrivato a questa decisione in seguito a una energica protesta di studenti e docenti. Medinskij commentò: «Prima mi danno un’onorificenza e poi la ritirano. Sono divertenti». Di spassoso, però, c’è soprattutto un aspetto della sua intensa biografia. Secondo un gruppo di attivisti russi, il ministro della Cultura sarebbe un copione, e di basi culturali ne avrebbe poche, ma molto confuse. Due delle tre tesi che ha scritto sarebbero state scopiazzate e senza nemmeno troppa cura di mascherarlo, tanto che ha riportato anche gli errori di battitura. Secondo Medinskij, Enea Silvio Piccolomini, umanista e noto anche come Papa Pio II, era un tedesco del XV secolo. Peccato fosse nato a Pienza. E qui la visione nazionale e patriottica non c’entra. Si tratta proprio di ignoranza.