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 2025  maggio 15 Giovedì calendario

Alga tossica mai avvistata prima in Australia: “Già uccisi pesci di oltre 200 specie”

Il proliferare di alghe tossiche al largo delle coste dello stato della South Australia (Australia Meridionale) sarebbe responsabile, nelle ultime settimane, della morte di esemplari di oltre 200 differenti specie, tra le quali squali, razze, granchi e polpi. Lo hanno rivelato degli studiosi che lavorano in organizzazioni ambientaliste.
"Ci sono cadaveri di animali disseminati sulle spiagge”, ha raccontato all’agenzia di stampa France Presse Brad Martin, responsabile dell’organizzazione per la salvaguardia delle specie ittiche Ozfish per la parte meridionale del continente oceanico.
"È normale che i nostri volontari riferiscano: ’Abbiamo camminato per un chilometro lungo il litorale e abbiamo visto 100 (animali) morti’”. Aree particolarmente colpite sono le coste della Kangaroo Island e le penisole di Fleurieu e Yorke, nell’area marina prospiciente la città di Adelaide, il tutto per un’estensione complessiva di oltre 4.400 chilometri quadrati.
L’alga incriminata, la Karenia mikimotoi è una specie identificata negli anni ’30. Fino ad ora era stata trovata in Giappone, Norvegia, Stati Uniti e Cina, dove aveva ostacolato il turismo e la pesca locali, causando danni per milioni di euro. L’Australia meridionale non aveva mai sperimentato una fioritura di alghe tossiche di questa portata e durata.
Il governo dello stato Meridionale ritiene che l’attuale episodio sia in parte collegato a un’ondata di calore marina. Shauna Murray, la biologa marina che ha identificato la specie in questione, spiega che quest’alga danneggia le branchie dei pesci, impedendo loro di respirare. “Probabilmente ci vorrà del tempo prima che l’ecosistema si riprenda” da questo episodio, prevede la studiosa dell’Università di Tecnologia di Sydney. “Abbiamo bisogno di un significativo cambiamento delle condizioni meteo per fermare tutto questo e non c’è nulla che possiamo fare per porgli fine con le nostre forze”, ha detto all’inizio di questo mese il ministro dell’ambiente dello Stato, Susan Close, all’emittente pubblica ABC.
Le autorità dell’Australia Meridionale hanno invitato la popolazione a non nuotare nelle acque contaminate dalle alghe, mettendo in guardia dal rischio di irritazioni cutanee e difficoltà respiratorie. Superfluo ribadire che il cambiamento climatico abbia indotto l’aumento della frequenza e della durata delle ondate di calore marine lungo la costa australiana.