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 2025  maggio 15 Giovedì calendario

Il ministro degli Esteri britannico e lo strano caso del taxi da 1500 euro da Forlì

Non è un film neo-noir e psicologico come Taxi Driver di Scorsese con De Niro, ma lo strano caso del tassì che un mese fa il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha preso da Forlì un po’ di thriller ce l’ha pure lui. È il 10 aprile scorso, il titolare del Foreign Office ha appena accompagnato re Carlo e la regina Camilla all’aeroporto militare della città romagnola, dopo una intensa visita di Stato in Italia di quattro giorni. E così Lammy e sua moglie Nicola Green decidono di prendersi qualche giorno di relax sulle Alpi francesi. Tramite l’ambasciata britannica a Parigi, i due prenotano un taxi di lusso, da Forlì verso la località sciistica di Flaine, in Alta Savoia, tramite la compagnia specializzata GetTransfer.
Ma il viaggio, di notte e per quasi 600 chilometri, si rivela tutt’altro che rilassante. Si scopre ora infatti che Lammy e il tassista avrebbero avuto un forte diverbio sulla tariffa applicata. Qui le versioni tra le parti divergono: l’autista avrebbe addirittura mostrato un coltello alla signora Lammy, secondo fonti vicine al politico laburista. Di certo, è poi scappato con le valigie del ministro degli Esteri e di sua moglie, prima di essere stato fermato in Francia, licenziato dalla compagnia e ora anche denunciato dalla magistratura per furto di valigie e denaro. La sua licenza da tassista è stata sospesa e dovrà comparire in tribunale il prossimo 3 novembre, dopo aver pagato una cauzione di circa 2mila euro.
Ma il tassista, Nasim Mumin, 40 anni di Avignone, non ci sta. In una intervista al Telegraph in Francia, sostiene che Lammy lo avrebbe “minacciato e aggredito con un colpo al collo” dopo essersi rifiutato di pagare. Solo a quel punto, Mumin sarebbe fuggito, dimenticandosi del fatto che nel bagagliaio ci fossero ancora le valigie dei Lammy, che secondo il tassista contenevano “denaro e un’opera d’arte di valore”, oltre a passaporti diplomatici e una valigetta con apertura a codice. Poi però, quando si è reso conto in Svizzera di avere ancora effetti personali del ministro, Mumim si sarebbe subito fermato e avrebbe avvertito le forze dell’ordine locali e francesi.
“Sciocchezze assolute”, rispondono fonti vicine al ministro degli Esteri. Perché, secondo Lammy, le cose sono andate in maniera molto diversa: il prezzo della corsa concordato (e pagato) in anticipo dal ministro era di 850 euro. Poi, però, Mumin ne avrebbe chiesti altri 700. Il tassista ha confermato l’aumento della tariffa, in quanto “stava trasportando un passeggero ad alto rischio e senza un membro della sicurezza” e giura “di aver messo al corrente l’entourage di Lammy di queste spese aggiuntive al momento della prenotazione della corsa”.
Il Foreign Office “smentisce categoricamente” questa ricostruzione. Lammy non si sarebbe comportato affatto in maniera aggressiva: “il ministro e sua moglie sono vittime di questo incidente e il tassista è stato incriminato per furto. La corsa era stata pagata interamente. Non commenteremo oltre, visto che c’è un procedimento legale in corso”.