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 2025  maggio 15 Giovedì calendario

Scuola-lavoro, in 4 mesi 1.184 feriti tra gli studenti

Quella che fino a pochi anni fa era chiamata “alternanza scuola-lavoro”, oggi rinominata “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (Pcto), già oggi costa ogni anno infortuni a oltre 4 mila studenti. Metà di questi subisce incidenti stradali durante il tragitto per raggiungere l’impresa o comunque la sede delle attività; l’altra metà si fa male invece proprio mentre svolge il tirocinio in azienda. Lo dicono i dati Inail degli ultimi due anni. Ora il governo Meloni prevede di aumentare il numero di studenti da mandare in questi percorsi, facendo partire l’alternanza negli istituti tecnici già dal secondo anno.
Questi dati sugli infortuni
valgono già oggi per i Pcto che riguardano “solo” i ragazzi dell’ultimo triennio. Solo nel primo trimestre del 2025, l’Inail ha ricevuto 600 denunce di infortuni di studenti “in occasione di lavoro” e altre 584 “in itinere”, cioè nel tragitto. Se la platea di coinvolti aumentasse, per quanto si potrebbe sperare il contrario, i numeri sarebbero ulteriormente destinati a crescere, andando a coinvolgere studenti anche di appena 15 anni di età. A partire dal decreto Lavoro del 1º maggio 2023, va ricordato, sulla scia emotiva di alcuni casi di ragazzi morti durante l’alternanza scuola-lavoro, il governo Meloni ha introdotto l’assicurazione Inail per gli studenti. Strumento che, come ha annunciato meno di due settimane fa la ministra del Lavoro, Marina Calderone, sarà reso stabile. Questo ha effettivamente avuto il merito di scattare una fotografia numerica al fenomeno degli infortuni agli studenti, anche se si tratta di dati ancora parecchio grezzi: per esempio, non abbiamo la distinzione per settore di impresa in cui si verificano, informazione che sarebbe molto utile al dibattito sui Pcto.
Fatta questa premessa, nel 2024 sono stati registrati 2.058 infortuni in occasione di lavoro e altri 2.011 durante il tragitto degli studenti. Si tratta di dati abbastanza in linea con quelli del 2023, anno in cui l’Inail aveva registrato 2.050 infortuni di studenti in occasione di lavoro e altri 1.930 sulla strada per raggiungere la sede del tirocinio. Quanto ai primi tre mesi del 2025, è stata registrata anche una morte avvenuta in itinere, cioè nel tragitto tra casa e azienda. Sono dati che pongono una serie di questioni. Se i Pcto sono solo percorsi per l’apprendimento delle professioni, e non per lo svolgimento in senso stretto, come è possibile che così tanti ragazzi subiscano infortuni? Esistono criteri di selezione delle aziende in cui mandare gli studenti, che tengano conto anche della sicurezza sul lavoro? Inoltre, il discorso sugli infortuni in itinere: quanto sono pericolosi i percorsi per raggiungere i luoghi dell’alternanza?
Nelle ultime settimane è stato registrato il caso di uno studente che ha riportato una frattura multipla mentre operava su un tornio in una azienda di Rieti e ha subito tre interventi che lo hanno costretto per 17 giorni in ospedale. Difficile però trarre un dato generale dalle cronache, visto che usualmente queste segnalano solo le vicende più gravi, soprattutto in assenza di dettaglio per settore. Dall’esperienza dell’associazione Unione degli studenti, sembrano assomigliare molto a quelli che capitano ai lavoratori in senso stretto. “I dati Inail – dice Francesco Valentini, responsabile comunicazione di Uds – dimostrano come il lavoro sicuro non è garantito in tutto il Paese. Quindi, come succede ai lavoratori, nel momento in cui gli studenti vengono mandati in fabbrica non si può pensare che gli infortuni scompaiano magicamente”. Le critiche dell’associazione sono rivolte anche ai corsi di sicurezza che vengono svolti prima dell’avvio del percorso di alternanza. “Non sono sufficienti a formare gli studenti su come stare in una fabbrica e anche su come raggiungerla – aggiunge Valentini –. Sono poche ore e spesso online o frontali; in ogni caso la formazione è importante, ma per la sicurezza servono gli investimenti”.
Negli ultimi anni, il tema dell’alternanza scuola-lavoro è stato molto dibattuto. I favorevoli sostengono che sia necessario per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro. I contrari ritengono che la scuola debba formare in un altro modo. In mezzo c’è la pratica: luoghi di lavoro non sicuri e una parte delle aziende che probabilmente – competendo sul costo del lavoro – considera impropriamente i Pcto solo come un modo per ottenere manodopera.