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 2025  maggio 15 Giovedì calendario

Cene di lusso e app: le spese allegre di Mister Pentathlon

Cene, partite e abbonamenti. Giustificativi imprecisi, scontrini confusi. Tra prelievi e bancomat, quasi 80 mila euro in tre anni, non sempre in conformità alle regole, almeno secondo l’accusa. Sono le “spese pazze” (ma guai a chiamarle così per il diretto interessato) che la procura sportiva contesta a Fabrizio Bittner, presidente del Pentathlon e responsabile Sport di Forza Italia, legato al capogruppo Paolo Barelli e al segretario Tajani, che ora rischia di finire davanti a un tribunale.
La Federazione Pentathlon, disciplina che mette insieme scherma, nuoto, equitazione, tiro a segno e corsa, ha appena 2 mila tesserati, produce poco (una sola medaglia olimpica negli ultimi 30 anni) ma incassa tanto, 4,5 milioni di contributi pubblici da Sport e Salute, non è nuova agli scandali. Lucio Felicita, storico presidente dal 1998 al 2013, fu radiato dal Coni proprio per distrazione di fondi e appalti. Lo stesso Bittner, eletto nel 2021, ultimo erede del gruppo di potere che comanda da sempre, anni fa era stato accusato di un presunto ammanco di cassa nel centro federale da lui diretto.
L’attuale inchiesta riguarda rimborsi e spese dal conto federale tra il 2022 e il 2024: 80 mila euro in totale, 23 mila irregolari secondo la Procura federale, mentre per la Procura del Coni (che affianca il procedimento per maggior garanzia) sarebbero 20 mila le spese indebite e solo 2.500 quelle proprio non rimborsabili. I pm hanno chiesto il deferimento, saranno i giudici a stabilire se Bittner abbia violato le regole, e di quanto esattamente. Quel che è certo è che dagli atti che Il Fatto ha visionato emerge quantomeno un utilizzo disinvolto del bancomat federale.
Nei giustificativi depositati in amministrazione c’è davvero di tutto. Le ricevute dei prelievi per il “sostenimento di spese minute”, ma qui parliamo di episodi ripetuti, a botte di centinaia di euro (1.500 in due mesi a inizio 2023). E poi tanti pasti: cene, colazioni, pranzi, in ristoranti, pizzerie e bar, spesso e volentieri per diversi coperti e non solo per se stesso, a volte senza badare a spese. C’è anche, ad esempio, un conto da quasi 300 euro con wagyu e rubia gallega in una nota braceria romana. “Ero con una persona a cui ho dovuto offrire una cena importante, l’unica in tre anni”, spiega Bittner. Oppure un semplice caffè, ma nel bistrot a 5 stelle dello chef Cannavacciuolo.
Al 2024, risale l’acquisto di 2 mila euro di biglietti per le Olimpiadi di Parigi, destinati a dipendenti della Federazione. Una custodia in pelle per l’iPhone: “Avevo appena acquistato il telefono aziendale, ho pensato rientrasse pure la cover”. Al bancomat federale viene collegato anche il profilo iTunes di Bittner, e sul conto vengono addebitati diversi pagamenti, dallo spazio cloud al piano famiglia Apple Music, passando per l’abbonamento a diverse app e persino il premium pack per giocare al fantacalcio. “Sono stati scomputati”. Allo stesso modo, risultano depositate ricevute di alcune spese in contanti in farmacia o al supermercato: “Potrò essermi confuso qualche volta con gli scontrini, ma non sono stati rimborsati e se lo sono stati è colpa dell’amministrazione”. L’elenco dei casi da analizzare è lunghissimo.
Il regolamento impone una rendicontazione tempestiva in 60 giorni, ma ciò non è avvenuto: lo hanno riconosciuto l’ex segretario generale e il revisore, mettendo a verbale “l’incompletezza della documentazione”. Il problema, però, è anche strutturale, perché la voce “spese di rappresentanza” può comprendere qualsiasi cosa, se non vengono indicati con esattezza circostanze e ragioni delle stesse. “Qualche ritardo o imprecisione ci possono essere stati, ma nella sostanza parliamo di pochi spiccioli. Le spese personali sono state sempre debitamente segnalate, tanto che io vanto un credito dalla Federazione”, conclude Bittner, che ribadisce la correttezza del suo operato e agita lo spettro del complotto politico (l’inchiesta nasce da un accesso agli atti dell’ex vicepresidente, oggi all’opposizione). “In ogni caso rivedremo e miglioreremo il sistema dei rimborsi, per evitare questi equivoci”.