il Fatto Quotidiano, 15 maggio 2025
Intervista a Nada
Piero aveva sempre bisogno di denaro. Ai soldi non dava alcuna importanza, però era molto generoso, per cui capivo quando dovevo aiutarlo. In cambio mi regalava le litografie dei suoi amici pittori. Conosceva Turcato. E Francisco D’Intremontes, per il quale scrisse Ha tutte le carte in regola.
Piero Ciampi, il suo mentore, cara Nada. Due livornesi, il poeta ebbro salva il Pulcino di Gabbro.
Dopo i Sanremo, le Canzonissime, il grande successo, andai da Ennio Melis, il patron della RCA. Gli dissi che volevo mollare tutto. Ero ancora poco più di una bambina. Il presidente mi frenò: aspetta, ti farò conoscere una persona.
Ciampi.
La prima volta ci incontrammo lì, nello studio di Melis. Piero disse: ‘Va bene, ma per scrivere qualcosa per Nada devo prima conoscerla bene’.
E?
Per due anni non ci mollammo mai. Le canzoni nascevano dalle nostre avventure. Le nottate infinite nei locali di Roma, vino e chiacchiere. Non ricordo più dove incontravamo Carmelo Bene, se da amici comuni o nella sua casa con le tende scure. Ho conosciuto personaggi meravigliosi, strani, magari pazzi ma dallo spirito potente.
Ciampi, aiutato da Gianni Marchetti, le cucì addosso un album capolavoro. 1973, Ho scoperto che esisto anch’io. Il Pulcino non c’era più, al suo posto una ragazza sull’orlo dell’anoressia, versi come ‘Loro non sanno che penso al suicidio quando viene Capodanno’.
Piero fu la molla per farmi prendere coscienza di me stessa. Aveva un’anima bella, pulita, di enorme dignità. Mi incoraggiava a non fare nulla in cui non credessi. A lungo rinunciai a salire sul palco. Ero piccolissima, Ciampi aveva condiviso il mio desiderio di rompere la gabbia del successo per ricostruire qualcosa di mio, non sapevo bene cosa ma ne sentivo l’esigenza. Mi sostenne contro tutti. Ci somigliavamo.
Due ribelli.
Fu l’unico, oltre a Gerry (Manzoli, il marito, ex bassista dei Camaleonti, ndr) a vedere chi fossi veramente. Per cantare la vita dovevo scrivere, mettermi in gioco completamente, accogliendo il cambiamento. Se non avessi incontrato Ciampi non avrei colto l’importanza di tirare fuori i pensieri con un mio linguaggio. Anche se dici le stesse cose al mondo di chiunque altro, la differenza la fa il tuo punto di vista.
La Nada del ’72, pre-Ciampi, era una giovane artista sull’orlo del crac interiore come tanti colleghi di oggi.
Non so. Io sono sempre stata, e credo di averlo scritto nelle mie canzoni, un po’ in disparte, con un mio percorso, cercando di divertirmi e di fare la musica che mi piaceva.
Lo dimostra anche ora con il nuovo album Nitrito. Dove non fa concessioni e porge con spavalderia la sua attitudine libera, quasi punk. I recensori inglesi l’hanno esaltata, accostandola a Janis Joplin, Marianne Faithfull, PJ Harvey.
Ho registrato a Bristol, con il mio produttore storico John Parish. Evidentemente la mia musica non è del tutto fuori contesto, almeno non in Inghilterra. Uno spazio c’è, per quello che so fare. Ma niente paragoni. Nessuno viene dal nulla, però ho una mia identità.
Che dice della norma voluta dal premier Starmer? Se non sai già l’inglese non potrai lavorare nel Regno Unito.
Che non ci aspettavamo quel che sta accadendo in questi anni. Il pianeta si sta richiudendo.
Il nuovo Papa parla di pace e di non costruire muri.
È presto per valutarlo. Vedremo quali azioni farà seguire alle sue parole.
Lei ha omaggiato Maria di Nazareth in un elenco di donne decisive nel brano Bella più bella.
Non sono cattolica, ma folklore o fede a parte la Madonna è fondamentale nella nostra cultura. Rappresenta qualcosa di buono, di forte, l’essenza del mistero della vita.
In quello stesso elenco troviamo scrittrici, scienziate, artiste, attiviste.
Callas, Hack, Magnani, Weil, Giovanna d’Arco, Piaf, la Abramovic, Curie. Pure Calamity Jane. Tengo sempre sul comodino i libri di Emily Dickinson e Virginia Woolf, mi confortano. Tante altre avrei dovuto celebrare, in questo inno alle donne. Il vero femminismo è il coraggio di cambiare la storia, di sperimentare, senza mortificare la parte maschile dell’umanità.
Vive in Maremma. Ha incontrato Lucio Corsi?
Non in strada. Sul palco, anni fa. Noi toscani abbiamo una marcetta in più, diciamolo.