Il Messaggero, 15 maggio 2025
Report del Comune sui vigili «Sono sparite undici pistole»
Sparite, smarrite. Forse rubate. Mancano all’appello undici Beretta calibro 9, in dotazione al corpo della Polizia Locale di Roma Capitale. Si tratta di pistole che in questo momento potrebbero essere finite in mani sbagliate, pericolose. Il peggio? In mano a gente che sa, e intende, sparare per uccidere o intimidire. Le pistole, come da Regolamento comunale approvato nel 2009, sono detenute h 24 dagli agenti di pubblica sicurezza. Servono per due scopi fondamentali: esigenze di difesa personale e i servizi previsti e disciplinati dalle mansioni e, naturalmente, dalla legge (una nazionale e l’altra regionale).
I NUMERI
Ma di quante armi dispongono gli agenti di Roma Capitale? Non è una domanda oziosa: serve per capire anche le proporzioni di questo furto. Odioso, e beffardo allo stesso tempo, perché danneggia chi, i furti, dovrebbe sventarli. Le pistole, come ovvio, non si danno sempre e a tutti. C’è una ratio e un percorso di addestramento che va dal corso annuale di tiro a segno alle esercitazioni in un poligono.
REQUISITI
Il numero complessivo delle armi, e delle munizioni, è pari al numero dei vigili che hanno i requisiti psico-fisici e la qualifica di agente di P.S., e che non si sono avvalsi del diritto di esonero, cioè quelli che hanno chiesto esplicitamente di non maneggiare e utilizzare un’arma, una possibilità legata all’obiezione di coscienza. Sì, ma quante sono, allora? Quest’anno, analizzando la relazione annuale che il sindaco Gualtieri è tenuto a fare, e comunicare alla prefettura e all’Assemblea capitolina, sappiamo che il numero complessivo di pistole a disposizione dei vigili qualificati sono 4.102. Sono 3.166 Beretta calibro 9 complete di 13 proiettili ciascuna e poco meno di mille Heckler & Koch (936 per la precisione) con 15 proiettili. Queste ultime acquistate di recente, nel corso del 2024. Attenzione. Non vuol dire che ci sono 4.102 vigili armati. Quelli sono 2.696 in tutto, il resto (1.406) sono pistole di riserva ma anche pistole che saranno impugnate presto. Le quattromila e passa armi sono infatti considerate un «numero coerente sia in relazione alle passate assegnazioni e sia in previsione di prossime assegnazioni a personale già idoneo al porto di arma di recente assunzione».
L’aumento dell’organico dei caschi bianchi, d’altronde, è stata una delle priorità della giunta Gualtieri. Nel 2020, prima dell’insediamento dell’attuale amministrazione, erano state assegnate 2.500 armi. Poi nel successivo triennio, con l’arrivo di Gualtieri, c’è stata una revisione complessiva del Corpo. Sono arrivati i rinforzi e i relativi addestramenti e perfezionamenti, anche nell’utilizzo di equipaggiamenti rischiosi come le Beretta. Ma ci sono stati anche tanti pensionamenti e personale che ha perso i requisiti psico-fisici; dopo i controlli periodici può succedere, infatti, che qualcuno non sia più idoneo a maneggiare un’arma. L’anno scorso, per esempio, erano ben 263 i dipendenti che, a seguito di visite mediche o distacchi o sospensioni dal servizio, hanno riconsegnato in via temporanea la pistola presso l’armeria del Comando del Corpo. Ricapitolando le cifre, si scopre il buco.
Il numero congruo di armi era fermo al 2020 ed era pari a 3.177. Ad oggi, grazie all’allargamento della pianta organica, si è valutato che ne servono circa mille in più, cioè 4.102, dentro il quale viene calcolato, sempre, il 5% che rimane in armeria come riserva. Il nuovo migliaio di armi è stato acquistato in blocco nel 2024: le tedesche Heckler. Rimane da capire, e non è roba da poco, che fine hanno fatto quelle undici pistole sparite.
LE REAZIONI
Una domanda che si fa pure Gabriele Di Bella, segretario provinciale Ugl, che punta il dito contro «la mancanza di armerie all’interno dei singoli Gruppi del Corpo». «Le armi non andrebbero portate a casa. Dovremmo avere la possibilità di usufruire di armadietti blindati, così come li hanno polizia e carabinieri», evidenzia il sindacalista sostenendo che i fondi per l’acquisto ci sarebbero. «Dovrebbero metterli in ogni Gruppo in modo da non costringere i vigili a spendere soldi propri per comprare casseforti o blindati da installarsi in casa. È assurdo che il Corpo disponga di un’unica armeria, quella in via della Consolazione. È impensabile portare l’arma lì ogni volta», prosegue Di Bella sottolineando anche tutti i problemi che un vigile deve affrontare in caso di furto. «Se ti rubano l’arma, oltre al procedimento disciplinare rischi anche il penale. È paradossale».