corriere.it, 14 maggio 2025
I fratelli Menendez vicini alla scarcerazione: pena ridotta, erano stati condannati all’ergastolo per l’omicidio dei genitori
Dopo più di trent’anni di carcere, ora Erik e Lyle Menendez, condannati nel 1996 per il duplice omicidio del padre José e della madre Kitty, potrebbero tornare in libertà. Un giudice di Los Angeles ha infatti ridotto la loro pena dall’ergastolo a cinquant’anni di carcere.
Dopo un’udienza di otto ore e nuovi testimoni, compresi alcuni familiari chiamati per dimostrare la completa riabilitazione dei due, il giudice Michael Jesic ha stabilito che hanno diritto a una nuova sentenza e alla possibilità di ottenere la libertà vigilata, cosa non prevista in questi 35 anni trascorsi in prigione. Per sapere se potranno goderne bisognerà però attendere la prima udienza di fronte alla commissione, in programma per il 13 giugno.
«Non dico che dovrebbero essere rilasciati, non sta a me decidere – ha precisato il giudice Jesic -, ma credo che dopo 35 anni potrebbero aver diritto a una chance». «Da tutte e due le parti della famiglia – ha dichiarato invece una delle cugine dei fratelli, Anamaria Baralt – crediamo che tutti questi anni siano abbastanza. Li abbiamo perdonati».
Non è la prima volta che si parla della possibilità di ridare la libertà ai Menendez. Lo scorso ottobre, infatti, dopo l’uscita della serie Netflix «Monsters», l’allora procuratore distrettuale della contea di Los Angeles, George Gascón, aveva avanzato la richiesta di rivedere la sentenza.
La domanda era arrivata dopo aver avuto accesso a nuove prove dalle quali emergevano gli abusi subiti da parte del padre, un uomo molto importante nell’industria musicale, e coperti dalla madre. Violenze che potrebbero aver portato i ragazzi (al tempo avevano 18 e 21 anni) a uccidere, la sera del 20 agosto 1989 nella loro casa di Beverly Hills, i genitori, colpendo il padre con sei pallottole e la madre con una decina di colpi.
Eppure, dopo la richiesta di Gascón, le speranze per i fratelli erano scemate ulteriormente. A marzo, infatti, il nuovo procuratore distrettuale della contea di Los Angeles, Nathan Hochman, aveva rigettato la richiesta del suo predecessore di rivedere il caso. Secondo Hochman, «non sono riusciti a soddisfare i requisiti per dimostrare che non sono più un rischio per la comunità».
In questi mesi il loro avvocato non ha mai smesso di presentare ricorsi. Il suo obiettivo era quello di far cadere l’accusa di omicidio premeditato, circostanza che avrebbe portato a un immediato rilascio. Al tempo, infatti, la procura aveva accusato i fratelli di aver ucciso i genitori per la cospicua eredità a cui avrebbero avuto diritto. Senza considerare che nei sei mesi trascorsi tra l’omicidio e l’arresto, i due hanno speso un milione di dollari, comprando auto di lusso, orologi, e molto altro. Anche in quel caso, nel corso del processo, emersero gli abusi subiti da entrambi quando avevano solo sei anni, ma non venne dato troppo peso a questo, e alla fine furono condannati.
Il loro è stato uno dei processi più seguiti d’America, arrivato anche sulla scia di un altro grande scandalo: il caso O.J. Simpson, arrivato a una sentenza solo un anno prima. E ora, a distanza di oltre 30 anni, gli occhi del mondo tornano ancora una volta su di loro.