Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  maggio 14 Mercoledì calendario

Referendum fantasma, Agcom alle tv: “Informate”

Più che un invito a non votare ormai sta diventando un vero e proprio martellamento. Quello che il centrodestra, tranne Noi moderati, ha avviato ormai da giorni e che promette di fare fino all’8 e 9 giugno quando si voterà per i cinque quesiti referendari su cittadinanza e lavoro. Le opposizioni non stanno a guardare e rispondono con una maratona contro l’astensionismo in programma lunedì prossimo.
Il vicepremier leghista Matteo Salvini, per boicottare i referendum, tira in ballo la famiglia: «Conto di stare tanto tempo con i miei figli, o anche a casa». La segretaria del Pd, Elly Schlein, risponde a muso duro: «Caro Salvini, tu resterai a casa con i tuoi figli, noi andremo tutte e tutti a votare per migliorare la vita anche dei tuoi figli».
Da Osino, in provincia di Ancora, Francesco Lollobrigida si posiziona anche lui sulla scia dell’astensionismo: «Io non andrò a votare». Il ministro dell’Agricoltura non risparmia una stoccata ai dem: «Molti dei quesiti sembrano un congresso del Pd», attacca. Il riferimento è al dibattito in corso al Nazareno con i riformisti dem che, in una lettera a Repubblica, hanno ufficializzato di votare a favore di due soli quesiti. Ma «il partito è unito», garantisce la responsabile Lavoro, Maria Cecilia Guerra: «Votiamo cinque sì».
E Avs, M5s e Pd rispondono compatte alla campagna del non voto, che definiscono un «sabotaggio antidemocratico». Con una nota congiunta Angelo Bonelli, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Elly Schlein sostengono che la maggioranza abbia «aperto una campagna che intossica il dibattito pubblico sui referendum. L’invito a rimanere a casa mina la salute della nostra democrazia, già pesantemente provata da politiche repressive del governo». E lunedì, presente anche Riccardo Magi di +Europa, saranno insieme nei giardini di piazza Vittorio a Roma all’iniziativa promossa dalla Cgil di Maurizio Landini.
La Rai si difende dagli attacchi delle opposizioni dei giorni scorsi e assicura di aver «garantito numerosi spazi dedicati ai temi oggetto di referendum», che «sono destinati ad aumentare ulteriormente». Ma dall’Agcom, poco dopo, arriva un richiamo al servizio pubblico e a tutte le emittenti, affinché venga garantita un’informazione «completa, imparziale e corretta». Per il capogruppo Pd in commissione di Vigilanza, Stefano Graziano, è la «conferma di ciò che ripetiamo da tempo: il servizio pubblico non sta garantendo un’adeguata copertura».
Per la prima volta potranno votare i fuori sede, come previsto dal decreto Elezioni approvato in via definitiva dalla Camera, ma non è passata la richiesta delle opposizioni di stabilire che tutte le consultazioni referendarie dovranno essere celebrate con il primo turno delle amministrative e non con il secondo, come nel caso dell’8-9 giugno. Condizione che potrebbe penalizzare i promotori. Ma Landini è comunque ottimista e fissa un’asticella: «Vogliamo portare almeno 25 milioni di cittadini al voto».