repubblica.it, 14 maggio 2025
“Via la bandiera della Palestina dal balcone”: c’è il Giro, la polizia la fa rimuovere a Putignano
Niente bandiera della Palestina sul balcone, c’è il giro d’Italia. A denunciare l’intervento censorio è una cittadina di Putignano, Sofia Mirizzi. “Oggi la polizia è salita a casa nostra per chiederci di rimuovere la bandiera della Palestina esposta sul nostro balcone privato”, scrive sui social. Dalla sua parte il presidente della Regione Michele Emiliano: “Bravissimi. Questa volta dovranno dare una giustificazione di una pretesa illegittima e sbagliata”.
Mirizzi assicura: “Non stavamo disturbando nessuno. Non stavamo violando alcuna legge. Stavamo semplicemente esercitando il nostro diritto di espressione in uno spazio che ci appartiene”. La cittadina abita al quarto piano di un palazzo.
Ma gli agenti l’hanno costretta a rimuovere il vessillo. “Ci è dato ad intendere che la bandiera doveva essere tolta perché il Giro d’Italia sarebbe passato proprio sotto casa nostra e la bandiera sarebbe stata inquadrata dalle telecamere nazionali”.
Da qui una serie di considerazioni: “Ci chiediamo con preoccupazione: da quando esporre una bandiera che rappresenta un popolo e una causa umanitaria è diventato motivo d’intervento delle forze dell’ordine? In quale momento il sostegno civile e pacifico a un popolo sotto occupazione è diventato un problema di ordine pubblico? Siamo profondamente indignati e allarmati. Questo episodio non riguarda solo noi, ma chiunque creda nella libertà di espressione, nei diritti civili e nella possibilità di esprimere solidarietà”. Mirizzi chiede “chiarezza, rispetto e il riconoscimento di un principio fondamentale in una democrazia: nessuno dovrebbe essere intimidito per aver espresso la propria solidarietà in modo pacifico e legittimo”.
Molti le hanno espresso solidarietà. E c’è chi attribuisce l’intervento alla presenza di una squadra israeliana tra i corridoi, la “Israel Premier Tech”. “Ma lo sport – commenta Rita Recchia – dovrebbe unire e aver libertà di espressione”.
Da Alleanza Verdi Sinistra arriva l’annuncio di provvedimenti: “Un episodio inquietante e di enorme gravità, su cui presenteremo un’interrogazione parlamentare”, dichiara Elisabetta Piccolotti. “Non è la prima volta: il 25 aprile ad Ascoli – prosegue la parlamentare rossoverde eletta in Puglia – uno striscione antifascista era stato fatto rimuovere alla fornaia che lo aveva esposto e questo episodio aveva fatto parlare non poco. Ci risiamo dunque: è possibile che in questo paese non sia più consentito esporre una bandiera dal balcone se non è gradita al governo? che la svolta autoritaria fosse arrivata, lo avevamo capito dal decreto sicurezza. Che fossimo già a questo punto, non lo avremmo creduto neanche noi. Un clima che fa diventare eroici anche gesti normali come quelli di sofia e della sua famiglia che ringraziamo- conclude Piccolotti- per aver esposto la bandiera e aver acconsentito a rendere pubblica questa storia allucinante. La speranza per il futuro sono loro”.
Intervengono anche i Giovani democratici di Puglia: “Un fatto gravissimo, che non può passare sotto silenzio. Un cittadino è stato costretto dalla polizia a rimuovere dal balcone di casa una bandiera della Palestina. Non un simbolo di odio, ma un gesto di solidarietà verso un popolo martoriato da mesi di bombardamenti e violenze. Riteniamo inaccettabile – si legge – che in uno stato democratico si possa impedire, con la forza pubblica, l’espressione pacifica di un’opinione. Non esiste alcuna norma che vieti di esporre bandiere da un’abitazione privata. Nessun regolamento, nessuna ragione di ’opportunità televisiva’ può giustificare un intervento di questo tipo. Siamo di fronte a un atto di censura preventiva che mortifica la libertà d’espressione sancita dalla nostra costituzione”. I giovani democratici chiedono che “venga fatta piena luce su quanto accaduto” e che “vengano chiarite le responsabilità di chi ha ordinato o eseguito questa imposizione”.