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 2025  maggio 14 Mercoledì calendario

Garlasco, perquisita casa di Andrea Sempio, dei genitori e di due amici. Si cerca l’arma del delitto: un attizzatoio. Ma la madre di Chiara: «E’ ancora al suo posto»

Blitz dei carabinieri di Milano a casa di Andrea Sempio, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco nel 2007. I carabinieri che, su mandato della procura di Pavia, da questa mattina all’alba, stanno svolgendo una perquisizione a casa di Sempio, si sono recati anche nell’abitazione dei genitori del ragazzo.
Si cerca l’arma del delitto
Dopo le perquisizioni dei carabinieri in corso nelle abitazioni di Andrea Sempio, nuovo indagato per il caso di Garlasco, e dei suoi genitori ora l’attenzione degli inquirenti si sarebbe spostata a Tromello, piccolo comune della Lomellina, sempre in provincia di Pavia.
Secondo indiscrezioni alla ricerca di una possibile arma del delitto che secondo un testimone sarebbe stata gettata in un canale. L’arma del delitto che i carabinieri starebbero cercando a Tromello sarebbe un attizzatoio di casa Poggi.
La madre: l’attizzatoio c’è ancora
Ma la madre di Chiara Poggi precisa: «Tutti gli attrezzi del camino ci sono ancora». L’attizzatoio «che avevamo allora c’è ancora adesso».
Perquisita anche casa di due amici
Le perquisizioni sono state estese alle abitazioni dei due amici di Sempio, Roberto Freddi e Mattia Capra. Entrambi frequentavano l’abitazione di via Pascoli in quanto amici di Marco Poggi, fratello della vittima.
Le perquisizioni sono coordinate dal procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, dall’aggiunto Stefano Civardi e dalla pm Valentina De Stefano. Andrea Sempio, di 37 anni, è indagato nell’ambito di una nuova ricostruzione del delitto di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco (Pavia) il 13 agosto 2007. Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva, nel 2015 l’ex fidanzato della vittima, Alberto Stasi, attualmente in semilibertà.

I familiari di Chiara: «Basiti per quanto sta accadendo»
«La famiglia Poggi è rimasta ancora una volta basita per quanto sta accadendo. Il nostro ordinamento attribuisce alle Procure un amplissimo potere in fase di indagini ma non per questo gli inquirenti possono collocarsi al di sopra della giurisdizione ignorando quanto accertato in un giusto processo, valorizzando – a distanza di quasi 20 anni – delle ipotesi stravaganti e creando in tal modo i presupposti per una loro immediata diffusione sugli organi di stampa». Lo afferma l’avvocato Francesco Compagna, legale della famiglia di Chiara Poggi. «ll rispetto per le persone coinvolte in una così tragica vicenda, e ora nuovamente esposte a sofferenze indicibili, richiederebbe a nostro avviso un maggior rigore nella valutazione dei dati probatori e nella tutela della riservatezza degli eventuali accertamenti ritenuti opportuni», aggiunge il penalista.